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Venezia Cambia: «L'Autorità della laguna sia economicamente autonoma e partecipata»

La lettera del gruppo nel dibattito sulla struttura stabilita nel decreto Agosto del governo per la gestione del Mose. «Il presidente sia scelto con dibattito pubblico»

Laguna di Venezia, panoramica. Foto di archivio

Il gruppo "Venezia Cambia" entra nel dibattito sull'Autorità per la laguna, la struttura stabilita nel decreto Agosto del governo per la gestione del Mose a Venezia. Lo fa al termine di una settimana cruciale per le maree, tante, ravvicinate e importanti, e dopo la polemica divampata martedì, giorno dell'Immacolata, quando con l'acqua alta a 138 centimetri nel pomeriggio le paratoie non sono state sollevate e le città di Venezia e Chioggia sono state sommerse (Chioggia quasi fino a un metro e mezzo).

Struttura partecipata e autonomia finanziaria

«La nuova Autorità per il governo della laguna è stata concepita in fretta e furia, assieme ad altre disposizioni governative dettate dallo stato di emergenza pandemica. La sua nascita sembra prossima, ma il parto difficile - scrive "Venezia Cambia" - La città ha bisogno di strutture di governo efficaci, semplici, trasparenti. La salvaguardia ambientale e la definizione di un nuovo modello economico e sociale non consentono ulteriori errori. Il sindaco Brugnaro su questo ha ragione - commenta il gruppo - la città e il suo territorio devono rivestire un ruolo centrale per le scelte e le modalità di gestione della nuova Autorità. La partecipazione non può limitarsi ad alcuni momenti di consultazione né alla presenza degli enti locali (Comuni e Città metropolitana) - continua - Serve un'autonomia finanziaria dell'Autorità».

La presidenza

Per "Venezia Cambia" sono «irrinunciabili il provveditorato, il porto, l'autorità di bacino (ex magistrato alle acqua) nella struttura, ma - afferma - sarà efficace se rappresenterà un luogo aperto di confronto e di sintesi oppure si rischierà di accrescere, peggiorandola, la frantumazione dei poteri che insistono e collidono sulle decisioni locali. Per uscire dallo stallo attuale la strada è una sola: la scrittura collegiale e partecipata dello statuto del nuovo organo lagunare, con il dibattito pubblico, e la consultazione aperta e trasversale sulla figura di presidente che dovrà rappresentarla».


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