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Venezia città campus: obiettivo 60mila studenti universitari

Oggi il workshop per l'attivazione di una vasta collaborazione tra ministero, atenei e amministrazione comunale. Le aree di sviluppo ipotizzate sono quella portuale di Venezia, quella di via Torino a Mestre e quella del Vega a Marghera

Da sinistra: Ciambetti, Lippiello, Bernini, Brunetta, Brugnaro, di Bari, Albrecht

Lo sviluppo dell'università e della ricerca per fare di Venezia una "città campus": è l'idea alla base del progetto avviato oggi dalla Fondazione Venezia capitale mondiale della sostenibilità, presentato nella sede delle Procuratie vecchie alla presenza della ministra Anna Maria Bernini e dei rappresentanti delle principali istituzioni universitarie (Ca’ Foscari, Iuav, conservatorio Benedetto Marcello, Accademia delle belle arti).

Il progetto nasce da un’analisi delle economie che alimentano la città (turismo, produzione, sapere) e, secondo quanto illustrato nel corso del workshop, propone di sviluppare la componente del "sapere" tramite la costruzione di un campus diffuso tra Venezia (nelle aree adiacenti al porto), Mestre (via Torino) e Marghera (parco scientifico Vega). Fondamentale sarà aumentare l’offerta formativa allineandola alla media europea, in modo da attrarre talenti da tutto il mondo: la stima iniziale prevede un raddoppio della popolazione studentesca cittadina, che potrebbe passare, nell’arco di dieci anni, dalle attuali 31mila unità a circa 60mila.

«Un progetto ambizioso - commenta la ministra Bernini - che potremmo definire un’ideale di città della conoscenza. Può rappresentare un progetto-pilota per instaurare nuove relazioni tra gli atenei, le imprese e i territori. Contribuendo a rafforzare il diritto allo studio, la didattica innovativa e percorsi che sappiano guardare al futuro».«Venezia - aggiunge il presidente del Veneto Luca Zaia - deve trasformarsi in una incubatrice del sapere, una sfida che potrà favorire l’arrivo anche di ragazzi dall’estero».

Per raggiungere la media europea, come fatto presente dal presidente della Fondazione Renato Brunetta, in Veneto dovrebbero arrivare 80mila nuovi studenti, dei quali circa 30mila potranno trovare posto in laguna. «La parte veneziana del processo di aumento - spiega Brunetta - potrà essere quella più votata alla novità, con percorsi interdisciplinari totalmente mancanti nel panorama italiano, con un focus particolare sui temi di sostenibilità ambientale».

«Un’occasione storica di aprire un nuovo ciclo di economia fondata sulla conoscenza - commenta il sindaco Luigi Brugnaro -. Bisogna mostrarsi al mondo non più solo come luogo da visitare, ma come possibilità tangibile di residenza e lavoro. L’università deve agire come prima calamita di attrazione ma è poi la città che deve offrire ai giovani possibilità di lavoro e qualità di vita adeguate: per questo sistemare un asilo o un ponte non si devono vedere come singoli interventi, ma come parti di un progetto di trasformazione». Per lo stesso motivo «stiamo completando la cablatura intera di Venezia, puntando sui vettori e sulle infrastrutture (aeroporto, stazioni, darsene, porto) e sulla mobilità green attraverso la predisposizione di colonnine per le ricariche elettriche, distributori ad idrogeno, bus elettrici, piste ciclabili, bike sharing».

Tiziana Lippiello, rettrice di Ca’ Foscari, dichiara: «Il progetto persegue le azioni di innovazione, internazionalizzazione, attrazione e sviluppo di Venezia come luogo di cultura». Mentre Benno Albrecht, rettore di Iuav, insiste sull'obiettivo di «aumentare la popolazione studentesca costruendo una grande scuola globale sui saperi del futuro».


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