Cronaca

Il maltempo colpisce Chioggia, pioggia e vento forte di sera: danni

Vigili del fuoco impegnati tutta la notte. Alberi caduti e strade allagate, danni soprattutto a colture e stabilimenti balneari. Chiesto stato di calamità naturale

Pioggia, grandine e vento forte, il maltempo si abbatte su Sottomarina e Ca' Lino: dopo i disagi del fine settimana scorso nel Veneto orientale, stavolta è la parte meridionale della provincia di Venezia a essere colpita dalle intemperie. Sono le due località di Chioggia a registrare i problemi maggiori, con diversi interventi dei vigili del fuoco in seguito all'acquazzone con grandine che ha colpito la città clodiense tra le 21.30 e le 22 di giovedì. L'acqua è scesa abbondante per circa mezz'ora, tanto che molte delle strade nella località balneare si sono subito allagate. Il maltempo ha causato danni soprattutto alle coltivazioni di radicchio e agli stabilimenti balneari.

All'indomani del nubifragio la situazione delle colture a Ca' Lino preoccupa non poco agricoltori ed istituzioni, tanto che venerdì il Comune si è attivato in Regione per richiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale per tutto il territorio di Chioggia. "La furia improvvisa del tempo ha causato in breve gravi danneggiamenti alle strutture turistiche e ai raccolti - spiegano il sindaco Giuseppe Casson e il vicesindaco Luigi De Perini con una nota - Stiamo provvedendo ad un monitoraggio per una prima stima dei danni, che riguardano per la maggior parte l'agricoltura locale".

I sopralluoghi di venerdì hanno convinto il presidente della Regione Luca Zaia a dichiarare lo stato di crisi: nel decreto si legge che si è verificata una "sofferenza del sistema fognario per i centri abitati di Chioggia e Sottomarina, dovuta a precipitazioni intense e abbondanti con venti molto forti che hanno interessato, oltre che i litorali, anche le località di Isola Verde e Cà Lino, dove la caduta di alberi ad alto fusto ha provocato anche l’interruzione temporanea della statale Romea e della ferrovia per Adria, creando disagi alla popolazione e alla circolazione stradale". Oltre ai settori del turismo e dell’agricoltura, quindi, sono state danneggiate infrastrutture pubbliche come fabbricati, spiagge, strade, aree verdi e arredo urbano. Dell’esecuzione dell’atto è incaricata la sezione regionale di protezione civile, che è autorizzata a ricorrere alle risorse del fondo regionale apposito per gli interventi necessari e urgenti, oltre che le operazioni di soccorso e assistenza alla popolazione.

"I campi di radicchio sono stati colpiti duramente dalla grandine, proprio alla vigilia della raccolto - conferma la consigliera regionale chioggiotta Erika Baldin, del M5S - Sembra che siano andati distrutti 100 ettari coltivati a radicchio, pari a 20 mila quintali. Il prodotto sarebbe stato commercializzato tra settembre e ottobre, una vendita che si prefigurava molto redditizia ora risulta gravemente compromessa. Una vera tragedia per i produttori. Per questo riteniamo opportuna la richiesta di riconoscimento dello stato di calamità naturale".

Le operazioni dei pompieri si sono susseguite per tutta la notte un po' ovunque: sembra che i danni più pesanti li abbiano subìti, oltre alle coltivazioni di radicchio, alcuni stabilimenti balneari sull'arenile tra Sottomarina e Isola Verde, con cabine finite a terra e infrastrutture leggere sconquassate dalla furia del vento. La mattina successiva i vigili del fuoco si sono messi nuovamente al lavoro soprattutto per mettere in sicurezza le linee elettriche e telefoniche, oltre che gli alberi caduti sulle strade.

Sul tema interviene anche Beniamino Boscolo, consigliere comunale a Chioggia: "Proponiamo che il sindaco, con la Giunta e il Consiglio comunale, sospenda o raiteizzi il pagamento delle tasse, delle imposte e delle tariffe locali per le aziende colpite. Inoltre chiediamo che venga ripristinata la delibera di modifica demaniale che acconsente un notevole risparmio ai concessionari, senza danneggiare le casse comunali, facendo pagare il canone demaniale marittimo per l’effettivo utilizzo: per i concessionari significherebbe pagare soltanto 6 mesi, da aprile a settembre".


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