Cronaca

Viaggio in Etiopia, intera famiglia contagiata dal virus dell'Epatite A

Il capofamiglia, un 36enne residente nel territorio dell'Ulss 13, ha rischiato il trapianto di fegato. L'invito degli esperti: "Vaccinatevi"

L'ospedale di Mirano

Una intera famiglia infettata dal virus dell'epatite A dopo un viaggio all'estero. Per fortuna tutto si è risolto per il meglio, ma la vicenda ha costituito uno spunto per l'Ulss 13 per mettere in guardia quanti intendono mettersi in viaggio in zone a rischio senza vaccinarsi. Il padre, un 36enne residente nel territorio coperto dall'azienda ospedaliera, ha persino rischiato il trapianto di fegato. Non bazzeccole dunque. Il caso risale a qualche mese fa e si è trascinato per circa cinque settimane.

La coppia si era recata in Etiopia per motivi familiari: è lì che ha verosimilmente è stato contratto il virus. Al ritorno dal viaggio, infatti, l’uomo ha cominciato a manifestare i primi sintomi con febbre molto alta, tanto da sospettare in un primo momento che si trattasse di malaria. Per questo motivo la coppia ha deciso di rivolgersi al Centro per le Malattie Infettive di Negrar (Verona), dove gli esami di laboratorio hanno invece rivelato un grave quadro di epatite virale acuta di tipo A. E’ da lì che è partita la segnalazione al Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 13 che si è immediatamente attivato contattando la famiglia e controllando lo stato di salute di tutto il nucleo familiare.
 
“Mentre l’uomo è stato ricoverato – ha raccontato la dottoressa Lucia Silvestri, responsabile dell’UOS Prevenzione Malattie Infettive e diffusive – ed è rimasto in ospedale per una ventina di giorni e successivi altri trenta giorni di malattia a casa, negli altri membri della famiglia, la madre e le due figlie, la malattia si è manifestata in forma clinica più lieve, non è stata necessaria l’ospedalizzazione e il nostro servizio ha seguito il decorso della malattia fino alla guarigione”.

“Ancora oggi – ha continuato la dottoressa – non è accertata la fonte del contagio. Si presume che sia stata contratta durante la permanenza in Etiopia, che come in quasi tutti i paesi del sud del mondo, è zona endemica per questo tipo di virus. L’epatite A si contrae con il consumo di acqua o alcuni cibi crudi (o non cotti a sufficienza)". Non esiste una cura specifica per l’epatite A, ma esiste un vaccino. “E’ una malattia che si può evitare con la vaccinazione – conclude l'esperta – basta rivolgersi ai nostri ambulatori prenotando al Cup”.


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