Cronaca

Grandi Navi, Orsoni in pressing: "Fare presto pensando alla città"

Il sindaco: "Servono politiche che non contrastino con il sentimento dei cittadini". I No Grandi Navi: "Contrari alle soluzioni sul tappeto"

“Bisogna trovare una soluzione che metta insieme la tutela della città con l’occupazione, ma si deve decidere velocemente, altrimenti le grandi navi continueranno a passare ancora per il bacino di San Marco”. Così il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni giovedì mattina nell’intervista di Paolo Di Giannantonio a Unomattina sul tema delle grandi navi.

Il primo cittadino ha precisato che il turismo è una importante risorsa economica per Venezia, ma che è anche nell’interesse degli armatori adottare politiche che non contrastino con il sentimento della città stessa. Una città, ha anche aggiunto, cui non è consentito decidere su molta parte del proprio territorio perché troppe sono le competenze in capo a enti diversi dal Comune e il caso del passaggio delle navi sulle acque del bacino di San Marco viene considerato in questo caso emblematico.

"Attendiamo dai ministeri competenti una soluzione che faccia il bene di Venezia – ha ribadito Orsoni - e che sappia contemperare la sua fondamentale salvaguardia con l’occupazione del suo Porto".

Chi invece vuole ribadire il proprio no alle alternative sul tappeto è il comitato No Grandi Navi, che in una nota ribadisce la propria contrarietà a un porto passeggeri in laguna. "Tre progetti - si scrive in una nota - quello del Canale Contorta, quello che prevede di ospitare le grandi navi a Marghera e quello del retro Giudecca, ci vedono contrari. Vogliamo portare l'attenzione su alcuni lavori scientifici sperimentali sulla laguna di Venezia, pubblicati da studiosi tedeschi, italiani e americani in importanti riviste internazionali, e troppo a lungo ignorati. Questi lavori dimostrano come le scie delle navi che transitano nei canali lagunari sono un fattore importante dell'erosione verificatasi nella laguna stessa. Si è di fronte a un bivio - conclude il comitato - o continuare nella logica dello scorso secolo, oppure ripensare l'organizzazione portuale per consentire l'accesso in laguna solo alle navi compatibili per dimensioni e per controllo dell'inquinamento e ospitando le grandi navi fuori della laguna".


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