Cronaca

Morto a Venezia lo scrittore Gastón Salvatore, era il nipote di Allende

Il cileno natiralizzato tedesco era da tempo malato di tumore. Si era trasferito a Venezia negli anni '70, città da cui poi non se ne era più andato.

Foto Wikipedia Thomas Döring

Aveva scelto Venezia dopo che, nella "sua" Germania nel 1969, era stato condannato per sommosse a nove mesi di carcere. Nella città che oramai l'aveva adottato è morto, venerdì scorso, Gastón Salvatore.

Lo scrittore e drammaturgo cileno naturalizzato tedesco, celebre autore teatrale la cui opera più famosa è il dramma "Stalin", è morto a Venezia all'età di 74 anni. Come riporta l'AdnKronos era da tempo malato di tumore ed i funerali sono stati celebrati nella giornata di martedì nella chiesa veneziana dei Gesuati, dopo di che la salma è stata sepolta nel cimitero di San Michele.

Nato il 29 settembre nel 1941 a Valparaiso (Cile) da madre cilena e padre italiano, Gastón Salvatore, è nipote per parte materna del presidente Salvador Allende. Gaston ha vissuto in Cile fino al 1965 quando, già laureato in legge, si trasferisce a Berlino. Qui diviene protagonista del movimento studentesco tedesco con Rudi Dutschke e incontra lo scrittore e poeta tedesco Hans Magnus Enzensberger, con cui fonderà e dirigerà la rivista "Trans-Atlantik".

La passione politica, che nel 1969 gli costa l'espulsione dalla Germania e lo riporta in Cile, confluisce nella vocazione di scrittore di teatro. Costretto a fuggire dopo il golpe del generale Augusto Pinochet del 1973 si è trasferito in Italia, e stabilito a Venezia. Ha collaborato anche con il regista Michelangelo Antonioni per il film "Chung Kuo Cina" da cui Salvatore è ispirato per il suo romanzo "L'imperatore della Cina".


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