Cronaca

Addio allo scienziato veneziano Tullio Pozzan

Nato a Venezia nel 1949, si è laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973. Aveva scoperto il sistema di comunicazione fra le cellule grazie ai livelli di calcio presenti.

Tullio Pozzan

È morto il professor Tullio Pozzan. Lutto all'Università di Padova, in Veneto e nel Paese per la scomparsa dello scienziato 73enne che aveva scoperto il sistema di comunicazione fra le cellule grazie ai livelli di calcio presenti. Uno studio che accelerò la sua fama nel mondo, portandolo a condurre ricerche con Roger Y.Tsien (Nobel per la Chimica 2009) e a entrare nel 2018 nella Royal Society di Londra. Lo riporta PadovaOggi

Membro dell’Accademia di Scienza degli Stati Uniti

Pozzan, nato a Venezia nel 1949 e laureato in Medicina e Chirurgia nel 1973, è stato professore ordinario di Patologia generale all'Università degli Studi di Padova dal 1986, mentre dal 1992 al 2003 è stato poi direttore del Dipartimento di Scienze biomediche sperimentali e in seguito direttore dell’Istituto Cnr di neuroscienze. Pozzan abitava a Mestre, e faceva parte di una famiglia di medici, a partire dal nonno Tullio di cui portava il nome e poi gli zii, i fratelli e la moglie Carla, che non lo ha mai lasciato durante il periodo della malattia. È stato membro dei Lincei e dell’Accademia di Scienza degli Stati Uniti. A ricordarlo l'ex rettore Rosario Rizzuto, che ne è stato prima allievo e poi collega: «Era immenso. A parte il mio dolore personale, l’Italia intera perde un grandissimo scienziato. Uno studioso eccezionale, noto in tutto il mondo».

Il cordoglio di Zaia

«Con la scomparsa di Tullio Pozzan il mondo scientifico e quello accademico, nazionale internazionale, perdono una figura di grande rilievo. Nobel sfiorato, ha contribuito a fare del Veneto una regione di eccellenza in campo medico, partecipando alla fondazione dell’Istituto Veneto di Medicina molecolare, di cui fu direttore per 6 anni - commenta il presidente del Veneto Luca Zaia - Se oggi lo studio delle malattie neurodegenerative, in particolare dell’Alzheimer, sono avanzate, lo si deve anche alle ricerche da lui condotte in questi anni». 


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