Cronaca

Processo Mose, Milanese è stato condannato a due anni e mezzo di reclusione

Per il tribunale di Milano l'ex consigliere politico di Tremonti è colpevole di traffico di influenze illecite, non di corruzione. Tangente di 500 mila euro dal Consorzio Venezia Nuova

Si chiude con una condanna a due anni e mezzo di carcere il processo contro Marco Milanese, ex consigliere politico del ministro Giulio Tremonti ed ex deputato Pdl. Nel caso Mose, a Milanese era contestato inizialmente il reato di concorso in corruzione. I giudici hanno poi derubricato l'accusa, che ora è quella di traffico di influenze illecite. La sentenza è stata pronunciata dai giudici della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, dopo una breve camera di consiglio.

Milanese dovrà inoltre risarcire in separata sede i danni al Consorzio Venezia Nuova e al ministero dell'Economia, le due parti civili a cui dovrà versare una provvisionale di 100 mila euro ciascuno. Il processo a suo carico ha al centro il filone di indagine, trasmesso per competenza territoriale da Venezia a Milano, nel quale erano coimputati il generale in pensione della guardia di finanza Emilio Spaziante e l'ex amministratore di Palladio Finanziaria, Marco Meneguzzo.

I due a novembre 2014 avevano rispettivamente patteggiato 4 anni e una confisca di 500 mila euro e due anni e mezzo di reclusione per concorso in corruzione. Spaziante, ritenuto responsabile anche di un secondo episodio di corruzione, si era visto anche confiscare beni mobili e immobili per un valore di circa 4 milioni. Secondo l'accusa Milanese avrebbe ricevuto da Meneguzzo, presunto intermediario, 500 mila euro da parte di Giovanni Mazzacurati, all'epoca presidente del Consorzio Venezia Nuova, in cambio del suo intervento per introdurre, quando Tremonti era ministro dell'Economia, una norma ad hoc per salvare il finanziamento di 400 milioni per il Mose e che altrimenti il Cipe avrebbe destinato ad altre opere.


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