Cronaca

Caimani, ragni, serpenti velenosi. Tutto irregolare in un negozio del centro di Bibione

Sequestri del servizio "cites" del Corpo forestale dello Stato. Il blitz lunedì, all'interno dell'attività anche animali imbalsamati e pelli di serpenti. Mancavano le autorizzazioni

Caimani, serpenti, scorpioni e ragni velenosi: c'era ogni genere di animale pericoloso in un negozio del centro di Bibione "visitato" lunedì dal personale del servizio Cities del Corpo forestale dello Stato. L'insegna all'esterno, tradotta anche in tedesco e in inglese, pubblicizzava la vendita di "rettili vivi e velenosi!". Solo che era tutto irregolare e così, in seguito all'ispezione, è scattato il sequestro.

La lista degli animali illegali presenti nell'attività è impressionante: due caimani dal muso largo (Caiman latirostris); due crotali diamantini orientali (Crotalus adamanteus); un serpente "Cascavel" (Crotalus durissus); un cobra albino (Naja atra); una vipera soffiante (Bitis arietans); una vipera verde (Trimeresurus albolabris); due serpenti "Testa di rame" (Agkistrodon contortrix); una vipera del Gabon (Bitis gabonica rhinoceros); una tarantola dalle zampe rosse del Messico (Brachypelma smithi) e un ragno "Grammostola mollicoma (o G.pulchra)"; uno scorpione (Nebo hierichonticus).

Il titolare è risultato privo delle prescritte autorizzazioni, anche se gli animali si trovavano in buono stato di salute. Gli esemplari, evidenziano gli operatori, risultano avere una altissima pericolosità: il morso del caimano può determinare gravi danni meccanici, mentre il veleno del Cascavel determina necrosi dei tessuti e paralisi, il morso della vipera del Gabon è considerato uno dei più dolorosi e il crotalo diamantino è considerato la specie più velenosa del Nord-America a causa anche della grande quantità di veleno che può produrre.

Sequestrati inoltre una tartaruga di mare imbalsamata (Caretta caretta ), un carapace di tartaruga marina (Chelonia spp.), una pelle di pitone di Seba (Python sebae), anche questi privi della documentazione prevista. La convenzione di Washington, infatti, tutela l’esemplare vivo, morto o anche solo parti di esso, regolamentando ogni grado della filiera commerciale. Sono in corso ulteriori indagini sui titoli autorizzativi per altri animali presenti nella struttura.


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