Cronaca

Dopo Galan tocca a Chisso: anche lui patteggia e lascia il carcere

L'ex assessore regionale, dopo che i periti del gip avevano giudicato le sue condizioni compatibili col carcere, si è accordato con la Procura

Dopo l'ex presidente della Regione Giancarlo Galan anche l'ex assessore regionale alle Infrastrutture Renato Chisso percorre la strada del patteggiamento. Dopo che i periti del giudice per le indagini preliminari lunedì mattina si erano detti convinti della compatibilità delle condizioni di salute dell'ex componente della Giunta Zaia con il regime carcerario, i suoi avvocati hanno presentato in Procura una istanza di patteggiamento.

Identico copione rispetto a qualche giorno fa, quando a presentare la richiesta era stato il collegio difensivo di Galan. I pubblici ministeri (com'era ampiamente previsto, vista la situazione giudiziaria molto simile) hanno fornito il proprio assenso. Risultato: Renato Chisso patteggia e viene scarcerato, dopo che era stato rinchiuso nel carcere di Pisa fin dal primo giorno dello scoppio dello scandalo Mose. Per lui una condanna a due anni e sei mesi di reclusione, confisca di un milione di euro, più altri 20 giorni, a quanto pare, per includere nel conteggio della pena per il filone relativo alle tangenti nell'affaire rifiuti legato al dirigente regionale Fabio Fior.

Sconterà la pena con ogni probabilità al regime dei domiciliari nella sua abitazione di Favaro Veneto. Ma prima che tutto sia stato ufficializzato e confermato è servita l'approvazione del giudice per le indagini preliminari. Dopodiché Chisso ha lasciato quel carcere che secondo i suoi legali avrebbe potuto minare in maniera profonda il suo stato di salute, anche alla luce dell'infarto che patì alcuni mesi fa. Venendo ricoverato all'ospedale Dell'Angelo di Mestre.


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