Cronaca

Profughi, Cuttaia guarda ai parroci Zaia: "Si ribelli anche lui a Roma"

Continua l'emergenza nel Veneziano. Il prefetto chiede la collaborazione del territorio. Presidente del Veneto e sindaco di Venezia Brugnaro critici. Serve trovare con urgenza 1.781 posti in Veneto

Una giornata campale sul fronte dell'emergenza profughi. Tanto da indurre il prefetto Domenico Cuttaia a lanciare l'ennesimo appello non solo ai sindaci del territorio, ma anche (e questa in parte è una novità) alle parrocchie veneziane. La ricerca vorticosa di posti letto non finisce mai e anzi gli arrivi dalle coste siciliane (e dal resto del meridione) si affastellano l'uno dopo l'altro. Al punto che in serata viene annunciato che nei prossimi giorni servirà trovare ben 1.781 posti per i profughi. Un'urgenza che si avvita sempre più, visto che il ministero dell'Interno ha ancora una volta rivisto al rialzo le quote di migranti che spettano al Veneto: da 5.002 si è passati a 5.724 (quando per ora sul territorio ce ne sono già 3.943). Al prefetto si contrappongono le parole del presidente della Regione Luca Zaia, mai così "forti": "Spero che i prefetti del Veneto si ribellino a Roma - ha dichiarato - abbiano un rigurgito di orgoglio, non rispondano più al telefono, prima devono rispondere ai veneti". Frasi cui fa eco anche la posizione del nuovo sindaco di Venezia Luigi Brugnaro: "L'appello del prefetto non credo sia rivolto anche al Comune di Venezia - ha sottolineato - perché il nostro territorio non è più in grado di ospitare nessuno. Di migranti ne abbiamo già più del dovuto".

I PROFUGHI TROVANO IL CANCELLO CHIUSO E VAGANO PER JESOLO

Intanto però è il caos in Veneto orientale, nonostante i sindaci del litorale abbiano inviato una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi chiedendo che non venissero più inviati profughi nelle località turistiche. Tempo qualche ora e questo auspicio è subito naufragato: 58 i profughi che sono arrivati martedì mattina a Jesolo (ne sono arrivati altri 24 in giornata). Avrebbero dovuto essere ospitati nella sede della Croce Rossa di via Levantina, ma per qualche disguido il cancello della struttura è rimasto inesorabilmente chiuso per un paio d'ore. A quel punto l'autista dell'autobus per impegni professionali ha dovvuto far scendere i migranti che aveva a bordo e quest'ultimi hanno iniziato a vagare per la città. Un cortocircuito che nelle ore successive è rientrato, ma che è sintomatico dell'emergenza cui il prefetto Cuttaia è costretto a rispondere giorno dopo giorno.

CENTINAIA DI PROFUGHI IN ARRIVO IN VENETO

CORO DI NO PER L'OSPITALITA' NELLE PALESTRE DELLE SCUOLE

Al punto che all'orizzonte come ultima spiaggia si è stagliata l'ipotesi di utilizzare le palestre delle scuole per trovare spazi dove ospitare i profughi: "E' una soluzione estrema, che vogliamo evitare - ha spiegato - Stiamo vagliando tutte le possibilità e lo continueremo a fare anche nei prossimi giorni. Ma oggi, visto che ritengo che l'accoglienza diffusa sia la soluzione, facciamo un appello principalmente ai singoli sindaci che si sono dichiarati contrari ad ospitarne, affinché offrano disponibilità per accogliere piccoli gruppi di migranti provvisoriamente e allentare la pressione, in attesa degli hub regionali che stiamo allestendo, ma per i quali ci vorranno ancora due o tre settimane". Il titolare di Ca' Corner si è rivolto anche alla Chiesa: "Mi appello anche alle parrocchie, per un'accoglienza minimale, di due, tre o quattro persone, anche considerando che stanno arrivando anche minori e donne. Anche perché non possiamo lasciare per strada queste persone: sia per una minima umanità, sia per i problemi di ordine pubblico, sicurezza, igiene e sanità, oltre che quelli devastanti a livello di immagine, che ne deriverebbero. I sindaci che dicono no, in tal senso, devono fare una riflessione, perché non stanno dando una bella immagine, di slancio unitario. E poi, visto il flusso proveniente anche da terra, rischiano di trovarsi comunque numerosi migranti a casa loro, senza preavviso".

Dall'altra parte della barricata, però, non c'è molta apertura al dialogo: "L’intesa sottoscritta da altri e non da noi prevedeva partite finanziarie a disposizione dei prefetti, ma l’accordo ormai è superato anche perché di soldi non ce ne sono più - ha sottolineato per esempio il presidente Zaia - Il premier Renzi mi aveva promesso un incontro sul tema prima del summit europeo, siamo quindi ormai ai tempi supplementari, per cui mi auguro che questo possa avvenire domani, al massimo dopodomani". Sul tema è già ufficiale l'asse con il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, che ha annunciato naturalmente che quando sarà sindaco metropolitano manterrà la stessa posizione sul fronte dell'ospitalità ai profughi.


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