Cronaca

Elezioni Rsu Actv, tiene la triplice. Cresce la Uil. L'azienda: «La situazione dei conti è pesante»

Uiltrasporti guadagna due delegati. «Lavoreremo per la qualità del trasporto e del lavoro». Avm: «Meno 13 milioni di incassi ad oggi, e più 15 milioni di rincaro energia rispetto al 2019»

Piazzale Roma, terminal bus Actv

Sono andate avanti fino a notte fonda mercoledì le operazioni di spoglio dei voti per l'elezione della Rsu, la rappresentanza sindacale unitaria, in Avm Actv. Due giorni di seggi, martedì e mercoledì e infine il risultato, che ha assegnato la maggior parte dei voti alla triplice (Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti) e a seguire Sgb, Faisa Cisal, Ugl, e Usb. Hanno votato circa 1.800 lavoratori sui 2.500 aventi diritto, l'80% di tutti i comparti: navigazione, automobilistico, manutenzioni, biglietterie e verificatori. 

Quattordici i delegati alla Cgil, che ne ha persi 4 rispetto alla tornata del 2019, 13 quelli della Cisl che ne aveva 14, mentre la Uil è salita a 12 rispetto ai 10 che aveva totalizzato nell'elezione precedente. Sgb ottiene 6 delegati, Faisa 4, Ugl 3 e Usb 1. Nel pomeriggio di giovedì sono arrivati i risultati ufficiali e la Uil ha ringraziato i lavoratori per i voti in più guadagnati. «Abbiamo raccolto i frutti del nostro lavoro nella rappresentanza - dicono i segretari Francesco Sambo e Sandro Ambrosi - Siamo soddisfatti anche perché il risultato è arrivato dopo un biennio duro e con la vertenza della disdetta unilaterale degli accordi integrativi ancora in piedi».

«Ringraziamo i lavoratori - commentano Riccardo Ruzzon e Michele Vianello - per la fiducia. È un risultato importante che a fronte di una partecipazione elevata premia l'operato della rappresentanza, impegnata a dare risposte economiche e normative ai lavoratori dell'azienda. La vertenza va superata e risolta per ripartire con obbiettivi trasportistici di alto profilo e condivisi, buona occupazione e ricchezza».

La situazione economica in Actv, i dati dell'azienda

Intanto Actv nel 2022, rispetto al 2019 (gennaio-ottobre), ha visto peggiorare i conti. La diminuzione degli incassi è pari di 13,2 milioni di euro, spiegano dall'azienda. Senza la manovra tariffaria sui titoli turistici, che ha portato a un beneficio di 4,4 milioni di euro a settembre e ottobre, la differenza con il 2019 sarebbe stata di -17,6 milioni di euro. E c'è l'aumento dei costi dell’energia, pari a +15 milioni di euro.

Rispetto al 2019 quindi la differenza è di 28 milioni. Anche perché, commentano da Avm, le minori vendite di titoli turistici rispetto al 2019 praticamente annulla la manovra tariffaria (anche se i prezzi sono aumentati sono andati venduti meno titoli). La stessa cosa vale per le vendite degli abbonamenti nei mesi di settembre e ottobre, dove però c'è stato il bonus trasporti pari a 2,2 milioni di euro.

A livello totale annuo i biglietti locali segnano un decremento del 18%, mentre gli abbonamenti segnano un decremento del 20%. Due valori che sono la principale causa del decremento del 15% dei passeggeri trasportati su base annua (inclusi i mesi di settembre e ottobre) rispetto al 2019: sia per la disaffezione verso il trasporto pubblico locale in tutto il mondo, che come effetto post pandemico.

«Spiace rilevare - dice il dg del gruppo Avm, Giovanni Seno - come nonostante si cerchi di spiegare in mille modi come i numeri vadano letti, ci siano ancora comunicati che evidenziano come il problema non stia nella trasparenza e nella comunicazione ma nella volontà o capacità di comprendere fenomeni complessi».


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