Cronaca

Sporcizia, lavoro nero, dormitori: sigilli a 3 laboratori "lager" cinesi

Aziende sequestrate a Spinea, Scorzè e Martellago. 60mila euro di sanzioni. Norme di sicurezza assenti, dentro anche immigrati clandestini

Non c'era praticamente nulla che fosse in regola, dalle norme sulla sicurezza a quelle sull'igiene, dalle posizioni lavorative a quelle fiscali. Una serie di gravi violazioni che hanno portato al sequestro di tre laboratori di confezioni gestiti da cinesi a Scorzè, Spinea e Martellago, tutti operanti nel settore dell'abbigliamento, oltre a due sospensioni di attività imprenditoriale e quattro denunce. L'operazione, svoltasi la settimana scorsa, è dei carabinieri del nucleo operativo del gruppo per la tutela del lavoro di Milano e del nucleo ispettorato del lavoro di Venezia, in collaborazione con gli ispettori della direzione territoriale del lavoro di Venezia e il supporto dei reparti dell’arma territoriale.

A finire nella rete dei controlli sono state in tutto sei aziende con sede nei comuni di Scorzè, Spinea, Martellago, Santa Maria di Sala, Mirano e Cavarzere. Realtà ben radicate nel territorio, che fatturavano grosse somme. I sequestri sono scattati per tre di essi a causa di "gravi violazioni in materia di sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro". Durante le verifiche i militari si sono imbattuti in situazioni di vero degrado: impianti elettrici non a norma, assenza di estintori, carenza di igiene nei bagni e negli ambienti di lavoro. Ma anche abusi edilizi, come la commistione tra ambienti di lavoro e spazi adibiti a dormitorio e cucina, tenuti separati da finte pareti in cartone. Luoghi che avrebbero dovuto essere utilizzati esclusivamente per mansioni di laboratorio, e che invece erano diventati in tutto e per tutto le "abitazioni" degli operai, che lì dormivano e mangiavano.

Nei laboratori erano impiegati sei lavoratori in nero, di cui tre clandestini tutti a Cavarzere. In fase di controllo sono stati trovati fra i cinque e i sette dipendenti, anche se non è escluso che possano essercene altri che in quel momento non erano al lavoro. Sono state denunciate alla Procura della Repubblica di Venezia quattro persone, tutte di nazionalità cinese, e contestate sanzioni amministrative e ammende per 60mila euro. Delle operazioni sono stati informati sia Inps che agenzia delle entrate, per i recuperi contributivi e la verifica di eventuali ipotesi di evasione fiscale (visti anche i compensi irregolari percepiti dai lavoratori in nero); allertati anche gli uffici tecnici dei Comuni sede delle ditte ispezionate, cui competono le verifiche di carattere edilizio/urbanistico. Alle aziende ora tocca un verbale di prescrizione in cui viene loro imposto di ripristinare la regolarità per ottenere una valutazione di eventuale dissequestro.


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