Cronaca

Il Tribunale: "Veritas restituisca l'Iva incassata dalla tassa rui rifiuti"

I quattro casi vinti da un avvocato veneziano creano un periocloso precedente per l'azienda che si occupava della riscossione della Tia: la media è di 500 euro a famiglia per gli ultimi 10 anni

La guerra sulla Tia propone ulteriori colpi di scena. O meglio, la guerra sull'Iva della tassa sui rifiuti. Quella che non dovrebbe essere applicata dato che no si tratta di un servizio ma, appunto, di una tassa. E sono molti soldi quelli che, secondo il Tribunale, Veritas dovrà rimborsare alle famiglie veneziane. Un caso che fa precedenti, e che è partito dalle quattro cause vinte da un avvocato. Da lì una lunga fila di contribuenti ha deciso di rivolgersi a studi legali e associazioni dei consumatori. E ora l'azienda, che si occupa dei rifiuti su molti comuni del Veneziano, sta tremando. Il bilancio potrebbe uscirne malconcio se venissero accolti tutti i ricorsi

Secondo l'avvocato civilista, il buco potrebbe essere milionario e l'azienda avrebbe comunque proceduto ad incassare l'Iva nonostante le sentenze della Corte costituzionale e della Cassazione. Il colpo di scena potrebbe comunque già essere noto, ma vale la pena ricordarlo: come spiega il Gazzettino, i cittadini possono chiedere il rimborso dell'Iva versata a Veritas negli ultimi 10 anni, ma la stessa azienda, qualora decidesse di rivalersi sullo Stato, ne potrebbe richiedere la restituzione solo per gli ultimi due anni. La media sarebbe di 500 euro a famiglia. Si capisce che è facile ipotizzare un dissesto senza precedenti in un'azienda che si occupa di igiene ambientale. I soldi, è bene precisarlo, non finivano nelle casse di Veritas, ma dell'Agenzia delle Entrate. L'azienda se ne occupava solamente come "agente riscossore". Per i giudici, tuttavia, il risultato non cambia: sarà Veritas a rifondere l'Iva.


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