Cronaca

Venezia simbolo in negativo: "Nel turismo sommerso da far spavento"

Secondo i dati di Federalberghi è boom di strutture censite in un noto portale, ma a ciò non corrisponde un aumento di quelle registrate all'Istat

"Nel turismo c’è un sommerso da spavento”. L’allarme arriva da Federalberghi, il cui vicepresidente nazionale e presidente regionale del Veneto Marco Michielli sottolinea i rischi connessi al dilagare del fenomeno. E per farlo prende ad esempio anche la realtà di Venezia, dove in un portale specializzato in strutture ricettive alternative si assiste a un vero e proprio boom negli ultimi anni di inserzioni. Ciò a dispetto invece di un aumento molto meno sensibile delle attività regolarmente registrate alla Camera di commercio. L'abusivismo, dunque, è il nuovo mostro contro cui combattere per gli addetti turistici. Per questo motivo è scattata una crociata europea con le associazioni di categoria impegnate a contrastare il fenomeno. "Nel Comune di Venezia gli alloggi in vendita su Airbnb sono 3.908 (erano 6 nel 2009) - dichiara in una nota Federalberghi - Il 74,1% delle inserzioni riguarda l’intero alloggio, il 68,5% degli host gestisce più di un alloggio; il top si raggiunge con 76 alloggi messi in vendita da un’unica persona. Un altro esempio è il Comune di Caorle, dove gli alloggi in vendita su Airbnb sono attualmente 93 (erano 2 nel 2009). Il 96,8% delle inserzioni riguarda l’intero alloggio, il 59,4% degli host gestisce più di un alloggio, mentre il top si raggiunge con un’unica persona che mette in vendita 6 alloggi (59 in tutta Italia)".

A fotografare la situazione è un monitoraggio che la federazione nazionale degli albergatori sta realizzando con l’aiuto della società Incipit Consulting. Federalberghi e le sue consorelle di Francia, Spagna, Olanda, Germania e Regno Unito fanno quadrato contro l’evasione fiscale e la concorrenza sleale dei multi-host (cioè le persone che gestiscono decine, a volte centinaia, di alloggi) dando il via a un’azione congiunta a livello europeo.

“Il Veneto è uno dei territori più infestati dall’abusivismo - sottolinea Michielli - Cito il caso di Venezia e Verona, ma tutto il territorio Veneto non è indenne da questo fenomeno. Un esempio eclatante è costituito dal portale Airbnb – dichiara Michielli - che a ottobre 2015 pone in vendita in Italia 176.870 strutture (erano 234 nel 2009), con una crescita esponenziale alla quale non fa seguito una significativa variazione del numero di attività ufficialmente autorizzate (le strutture extralberghiere censite dall’Istat erano 104.918 nel 2009, oggi sono a quota 117.749)”. 

Tra le città italiane maggiormente interessate dal fenomeno ci sono Roma con 18.546 unità, Milano con 11.397, Firenze con 5.736, Venezia con 3.908 e Palermo con 2.502. “In barba alle leggi che obbligano il gestore di risiedere all’interno dei bed and breakfast, la stragrande maggioranza degli annunci è riferita all’affitto dell’intera proprietà (72,5% dei casi) ed è pubblicata da inserzionisti che gestiscono più di un alloggio (57%). Un caso emblematico, per citare il più recente e vicino a noi, è quello del B&B travestito da Fondazione onlus scoperto in pieno centro a Mestre, in piazza Ferretto, che gestiva tre unità immobiliari.  Quella degli alloggi turistici ‘sottotraccia’ - conclude - è una nota dolente non solo per chi opera nel settore della ricettività in modo chiaro, corretto e trasparente, ma anche per le casse dei Comuni e la sicurezza in generale”. 


Si parla di