Cronaca

Vigile infedele: via la concussione, condanna solo per "pressioni"

L'agente è stato condannato per avere chiesto somme di denaro agli imprenditori turistici veneziani per il gruppo sportivo della Municipale

Il tribunale di Venezia

Si è chiusa con una condanna a tre anni e dieci mesi la vicenda giudiziaria che vedeva imputato il vigile urbano veneziano accusato di aver chiesto somme di denaro a imprenditori turistici per sponsorizzazioni del gruppo sportivo della polizia municipale.

Come riportano i quotidiani locali, l'accusa ipotizzata dal pubblico ministero Paola Tonini di concussione non ha retto alla prova dell'aula di Tribunale, la cui sentenza si basa sulla tentata concussione e l'"indebita induzione", cioè di avere esercitato pressioni per ottenere i fondi. Alla pena si deve aggiungere anche l'interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. È poi scattata l’assoluzione per quattro episodi specifici. Caduta pure l'imputazione per rivelazione del segreto d’ufficio. Il vigile dovrà risarcire il Comune di Venezia con trentamila euro.


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