Cronaca

Violentano un'amica dopo la discoteca: arrestati due giovani

Un ragazzo di 35 anni - già con precedenti per furto rapina e maltrattamenti in famiglia - è finito in carcere venerdì mattina mentre una giovane di 22 anni è stata sottoposta agli arresti domiciliari

Polizia, foto d'archivio

Violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza. Di questo sono accusati dalla procura di Salerno un 35enne della Riviera del Brenta, già con precedenti per furto, rapina e maltrattamenti in famiglia, e una giovane di 22 anni, incensurata. L'uomo è finito in carcere, mentre la ragazza è stata sottoposta agli arresti domiciliari. I fatti di cui sono ritenuti responsabili risagono all'estate scorsa.

L'inchiesta

Gli accertamenti sono stati effettuati dalla squadra mobile di Salerno assieme alla Sezione operativa per la sicurezza cibernetica. Già nella fase delle indagini preliminari, anche grazie alla testimonianza della vittima, gli investigatori erano riusciti a ricostruire i contorni della vicenda. I due indagati avevano conosciuto la ragazza nell'estate del 2022, durante una vacanza in Campania. Nella notte del 31 agosto avevano trascorso tutti assieme una serata in discoteca e più tardi, rientrati a casa, la coppia avrebbe costretto la ragazza ad avere rapporti sessuali contro la sua volontà.

La denuncia

La denuncia della vittima per l'indagine è stata fondamentale: lo evidenzia l’associazione “Differenza Donna”, che, insieme al Centro antiviolenza Leucosia di Salerno, ha sostenuto in tutte le fasi la ragazza violentata. SalernoToday riporta le parole di Elisa Ercoli, presidente dell'associazione Differenza Donna: «Siamo e saremo al fianco delle donne coraggiose che decidono di denunciare violenze, sapendo quanto sia importante fare una giustizia giusta che riconosca la gravità della violenza maschile e dia indirizzo certo per contrastarla. Importante la collaborazione con la procura di Salerno con la quale, a seguito del protocollo avviato, la collaborazione sta già dando i primi risultati positivi in termini di efficacia ed efficienza».

Le fa eco la responsabile del centro antiviolenza Leucosia, Michela Masucci: «Questa importante notizia va a testimoniare quanto il costante lavoro dei centri antiviolenza possa fare la differenza: per le vittime, essere sostenute significa trovare un luogo specializzato in cui essere credute, accolte e accompagnate nel loro percorso, a più livelli, così da poter poi riuscire a raccontare tutto il doloroso vissuto ed intraprendere con consapevolezza, forza e determinazione importanti azioni di tutela, per se stesse e per altre donne. La vittimizzazione secondaria, soprattutto nei casi di stupro di giovani donne, è ancora troppo spesso presente e molte volte  diventa l’ostacolo che porta le donne a non denunciare o a non essere credute».


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