Economia

Affitti brevi: Venezia è la più cara d'Italia, 209 euro a notte (+51% dal 2019)

I dati raccolti da AirDna: in laguna il prezzo medio più alto nella Penisola. Il 78% degli annunci è per interi appartamenti

In centro storico i posti letto per turisti hanno superato quelli per residenti

Venezia è la città dove gli affitti turistici extralberghieri sono i più cari d'Italia. Lo rivelano i dati raccolti da AirDna, che raccoglie dati da Airbnb e Vrbo (Expedia) e da oltre 1,5 milioni di gestori di proprietà e host, elaborati per Il Sole 24 ore e diffusi ieri. Una notte nella città lagunare - intendendo qui l'intero territorio comunale - nel 2023 è costata in media 209,7 euro, contro i 190 di Firenze, i 184 di Roma o i 151 di Milano. Secondo lo stesso report, a Venezia i prezzi degli alloggi turistici sono cresciuti meno che altrove tra 2019 e 2023 (+51%, contro il +64% di Firenze o il +63 di Roma), ma tanto è bastato per rimanere in vetta alla classifica: nel 2019 sempre Venezia la guidava con 138 euro a notte di media. Sono calati invece e di molto gli annunci in quelle piattaforme: nel 2023 erano il 27% in meno rispetto al 2019. 

Numeri grezzi che meritano una contestualizzazione e un maggiore dettaglio. Oggi, stando ai dati pubblicati dalla piattaforma InsideAirbnb, il prezzo per una notte è cresciuto ancora: 239 euro di media. Ma si va dai circa 30 euro a notte di alcuni alloggi in periferia, agli oltre 300 euro a notte per diverse locazioni in centro storico: prezzi medi, che possono variare anche di molto nei momenti clou dell'anno. Sono 7886 gli annunci pubblicati in questo momento sulla nota piattaforma Airbnb, riguardanti tutto il territorio comunale, molti meno di quanti erano arrivati ad essere nel 2019: 10300. Un calo dovuto in parte anche all'aumento percentuale, sul totale, degli appartamenti interi (oggi quasi il 78% degli annunci), ormai prevalenti su Airbnb non solo a Venezia ma in tutta Italia, tanto che l'azienda californiana vi punta anche nelle sue campagne pubblicitarie e di marketing. Meno annunci, ma con più posti letto ciascuno.

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Ma è nella laguna, e in particolare nel centro storico e nelle isole principali, che questi annunci si concentrano: un dato che rende i calcoli generali sulle tendenze veneziane a livello comunale difficili da confrontare con quelli di altri comuni turistici, in cui non esistono cesure così nette. Nella Venezia insulare sono circa 37 mila i posti letto extralberghieri (locazioni turistiche, ostelli, case religiose, bed and breakfast e simili) secondo i dati raccolti da Ocio-osservatorio civico sulla residenzialità, meno rispetto al pre-pandemia, ma comunque impattanti sul tessuto urbano, tanto che a dicembre scorso in centro storico i posti letto per turisti hanno superato il numero dei residenti.

I dati di AirDna confermano in sostanza come Venezia, anche nel post-Covid, sia rimasta di netto la città più cara anche su Airbnb. Una crescita costante dei prezzi - molto più alta dell'inflazione - che consente, sempre secondo i dati di InsideAirbnb, un'entrata media (dunque comprendendo le periferie e gli annunci che vedono poche manciate di pernottamenti) per ciascun annuncio di 14mila euro l'anno, per 101 notti di pernottamento medie. Difficile credere che la tendenza possa cambiare con le novità normative introdotte dal governo nel 2023 (cedolare secca che sale al 26% per chi affitta ai turisti più di una unità immobiliare e codice identificativo nazionale, per riordinare le banche dati), i cui effetti andranno valutati nei mesi a seguire. Mentre il comune di Venezia per ora non sembra intenzionato a dotarsi di un regolamento che limiti gli affitti brevi, che pure potrebbe adottare - unico caso in Italia - in base a un emendamento parlamentare approvato nel luglio 2022. 


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