Economia

Agricoltura, lungo la filiera aumenti fino al 563%

I dati della Cia di Venezia, la presidente Senno: «Sul prezzo finale di un prodotto, all’agricoltore rimane, se è tanto, il 10%»

Si unisce al coro di protesta e denuncia degli agricoltori italiani anche la Cia Venezia, che tramite la sua presidente provinciale Federica Senno spiega quanto lungo la filiera possano crearsi rincari dannosi per i produttori ma anche per i consumatori. Il caso più eclatante, secondo Cia, è quello del cavolo cappuccio: all’imprenditore agricolo vengono riconosciuti 30 centesimi al kg, mentre sugli scaffali dei supermercati si trova per un prezzo medio di 1,99 euro al kg: un rincaro del +563%.

Per le patate, invece, all’agricoltore viene riconosciuto 1 euro al kg, mentre nei supermercati vengono vendute ad un prezzo medio di 3,60 euro al kg (+260%). O ancora, per le carote, al produttore vanno 70 centesimi al kg, ma sono vendute nella grande distribuzione a 1,99 euro al kg (+184%). «La lista sarebbe infinita – commenta Cia Venezia – Lungo la filiera dal campo alla tavola si verificano dei rincari che talvolta risultano difficili da intercettare». In pratica, precisa la presidente Senno, «fatto 100 il prezzo finale di un prodotto, quello cioè che viene pagato dai consumatori per l’acquisto, all’agricoltore rimane, se è tanto, il 10%».

La Confederazione agricoltori di Venezia sottolinea anche come si verifichino casi in cui gli imprenditori agricoli «stanno lavorando in perdita», al netto dei sussidi esistenti, europei in particolare, che non sono però in grado di garantire l'equità e la stabilità della filiera. L'esempio è quello del latte: attualmente produrre un litro di latte costa tra i 55 e i 60 centesimi al litro; tuttavia, agli allevatori vengono riconosciuti 52 centesimi al litro.

Per tutti questi motivi, già prima delle manifestazioni cosiddette "dei trattori" che hanno attraversato l'Italia e l'Europa in queste ultime settimane - e che hanno visto alcuni primi risultati - già nell'ottobre scorso Cia aveva organizzato una manifestazione generale che aveva avuto il suo culmine il 26 ottobre, quando circa 2mila agricoltori da tutta Italia avevano manifestato in piazza Santi Apostoli a Roma. «Ora intendiamo tenere il punto – aggiunge Senno – portando avanti le legittime richieste dei produttori. Ovvero, va istituita a livello nazionale la figura di un ente in grado di controllare, ed eventualmente sanzionare, tutte quelle azioni che danneggiano il mercato agroalimentare: come, ad esempio, la vendita di un prodotto palesemente sottocosto. È necessario rimettere al centro l’agricoltura e gli agricoltori – conclude Senno – i quali, peraltro, rimangono i primi custodi dei nostri territori».

La protesta del comparto prosegue con diverse iniziative, oggi si è tenuto in sit-in alla Bocca della Verità, a Roma.


Si parla di