Economia

Basilica di San Marco, Uil contro Tesserin: «Finge di essere vicino ai lavoratori»

Ragno: «Personale obbligato in ferie, anche quelle non maturate. Illegittimo. Abbiamo informato il patriarca»

Basilica di San Marco, archivio

Prima l'acqua granda di novembre 2019, poi il coronavirus. La Basilica di San Marco è finita in ginocchio: come patrimonio culturale universale probabilmente sarà impossibile, anche a suon di pesanti restauri, ripristinare quello che l'alluvione ha cancellato. Come risorsa monumentale fonte di sostentamento per le maestranze: operatori, professionisti, dipendenti delle fabbricerie, che a Venezia come in altre città, vestono il ruolo di custodi e curatori dei beni culturali del Paese. La cassa integrazione è arrivata anche per loro.

La comunicazione

Il 3 aprile scorso il primo procuratore di San Marco Carlo Alberto Tesserin ha avvisato tutto il personale che, a causa dell'emergenza sanitaria, «anche la procuratoria di San Marco, per la prima volta nella sua lunghissima storia, avrebbe preso decisioni dolorose, ma necessarie», con una chiusura progressiva dell’accesso alla Basilica e alle relative bigliettazioni. «Tutte le attività legate al culto, i bookshop, le attività delle maestranze e dell’ufficio tecnico, nonché quelle di staff, sono state sospese definitivamente». Per far fronte alla situazione la procuratoria, riunita il 23 marzo in videoconferenza con tutte le sigle sindacali territoriali e le rsa, «ascoltate le richieste dei sindacati, ha accettato di consentire il godimento delle ore maturate in banca ore e, a seguire, delle ferie residue al 31 dicembre 2019, e di anticipare il pagamento dell’integrazione salariale a tutti i dipendenti, ovviando così al problema degli inevitabili ritardi dei pagamenti da parte dell’Inps». Viene attivata la cassa integrazione ordinaria con decorrenza dal 24 marzo, per 9 settimane, per tutti i dipendenti dell'ufficio tecnico (maestranze e impiegati) e il Fis (Fondo integrativo salariale) per tutti gli altri dipendenti. «La procuratoria tutta, e in particolare il primo procuratore, esprime profonda gratitudine per l’impegno fino a qui svolto, e rimane vicina a tutti i dipendenti e alle loro famiglie».

Le ferie non maturate

Per il segretario della Uil Fpl, Mario Ragno, i fatti sono andati diversamente in relazione ai dipendenti della Basilica di San Marco. «Probabilmente - scrive Ragno - il sottoscritto ha visto un altro film, dato che il primo procuratore - afferma - non perde mai l’occasione di criticare i dipendenti, indicandoli come privilegiati e sovra retribuiti. Con questi presupposti abbiamo chiesto che non venissero toccate le ferie 2020, se non su richiesta dei dipendenti». Mentre prima dell'emergenza sanitaria i dipendenti faticavano a godere delle ferie maturate, anche fino a un anno e mezzo dopo, nel momento di difficoltà il datore di lavoro non avrebbe esitato, «contraddittoriamente, a impiegare ferie forzate 2020, addirittura non maturate». Per di più, dice il segretario Uil Fpl, l'integrazione economica richiesta, per coprire il quasi dimezzamento dello stipendio, non è stata concessa ed è sfumato anche il rateo, non maturato per mancanza dei giorni lavorativi effettivi, ma a causa di una emergenza per cui nessuno può avere colpa, specie chi lavora, sottolinea Ragno. «Riteniamo la condotta attuata in profonda contraddizione con lo "strapparsi le vesti per il dolore e il rammarico" descritto nella comunicazione inviata ai dipendenti», scrive il sindacato, che dice di aver informato anche il patriarca dell'accaduto: «non ha competenza in merito, ma comunque nomina 2 dei 5 procuratori e la Basilica è la sua casa. Riteniamo illegittimo - conclude - aver obbligato in ferie il personale, specie quelle non maturate, e stiamo facendo fare le verifiche per adire le vie legali a tutela dei diritti dei lavoratori».


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