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Francesco Diodati e gli Yellow Squeeds in concerto al Jam Festival di Mira

Dopo le prime date toscane, il tour di Francesco Diodati arriva in Veneto. Domenica 13 marzo, il chitarrista sarà in concerto al Jam Festival di Mira insieme al suo quintetto Yellow Squeeds per presentare l'album Flow, Home edito dall'etichetta Auand Records.
Sul palco, insieme a Diodati, anche Francesco Lento alla tromba, Enrico Zanisi al pianoforte, Glauco Benedetti al bassotuba e da Enrico Morello alla batteria.

Dopo i primi concerti autunnali, a seguito della pubblicazione dell'ultimo album Flow, Home pubblicato lo scorso 25 settembre, e le date internazionali con il New Quartet di Enrico Rava, Francesco Diodati torna di nuovo protagonista di una serie di concerti in tutta Italia.

Dopo Pisa, Firenze e Mira il tour proseguirà a marzo il 14 al Torrione Jazz Club di Ferrara, giungendo poi il 31 alla rassegna JazzZone presso il Cantiere di Roma. Ad aprile, il 17 al Be Jazz press la galleria Stoà di Latina, il 27 al Cockney London Pub di Correzzola (Padova) e il 28 a Un Tubo di Siena; il 25 maggio sarà presente a Correggio per il Correggio Jazz, e, infine, il 2 luglio parteciperà al Suedtirol Festival di Brunico come guest di Filippo Vignato & Elias Stemeseder.

La ricerca di un baricentro emotivo è il concept di "Flow, Home", edito per la Auand Records, terzo album come leader del chitarrista Francesco Diodati, qui alla sua prima prova col nuovo quintetto Yellow Squeeds, composto da Enrico Zanisi al pianoforte, Enrico Morello alla batteria, Glauco Benedetti al bassotuba e Francesco Lento alla tromba. Diodati, che fa anche parte del New Quartet di Enrico Rava, collabora stabilmente con il trombettista con cui porta avanti anche un progetto in duo.

Una formazione che è l'unione di tante anime e stili diversi che fornisce alle composizioni di Diodati una gamma di timbri e colori dalle innumerevoli possibilità espressive. Flow, Home è composto da nove tracce che raccontano un percorso umano ancora in divenire. Indefinito ma non per questo irrisolto, con i suoi naturali arresti e ripartenze, il bisogno di stabilità e la necessità di ritrovarsi in un immaginario buen retiro che è più un luogo interiore che reale.
Tutto questo riesce a riflettersi con semplicità nelle scelte compositive di Diodati, capace di architetture sonore ariose e mai scontate, a tratti quasi eteree, ben rese anche dalla scelta di utilizzare il bassotuba anziché il contrabbasso per dare la giusta profondità ai propri brani.


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