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Paolo Fresu porta il jazz di Chet Baker al Teatro Goldoni

Un jazz club: l’assolo straziante di un trombettista fa esplodere applausi scroscianti che ben presto si trasformano in qualcosa che assomiglia a un ricordo, o a un sogno. Appare un uomo con la testa riversa sul bancone del bar: è Chet Baker, uno dei miti musicali più discussi del Novecento, il grido più struggente del XX secolo.

In un’altalena di passato e presente, affiorano fatti ed episodi disseminati lungo l’arco della sua esistenza, da quando bambino suo padre gli regalò la prima tromba fino al momento prima di volare giù dalla finestra di un albergo di Amsterdam. Ogni apparizione apre il sipario su una fase della sua vita, facendo emergere anche il sapore di epoche diverse, di differenti contesti socioculturali, e diverse visioni del mondo. Si delinea la figura del grande trombettista, che fra sogni, incertezze, eccessi ha segnato una delle pagine più importanti della storia della musica.

Il regista Leo Muscato orchestra un gruppo di attori guidato da Alessandro Averone e di musicisti capitanati da Paolo Fresu dando vita a un omaggio intenso e appassionato. Musica e parole si intrecciano per raccontare il mito Chet Baker, con la tromba di Fresu a evocare l’anima di un grande artista.

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Testo: Leo Muscato e Laura Perini
Musiche originali: Paolo Fresu
con:
Paolo Fresu (tromba)
Dino Rubino (piano)
Marco Bardoscia (contrabbasso)
e con
Alessandro Averone, Rufin Doh, Simone Luglio, Debora Mancini, Daniele Marmi, Mauro Parrinello, Graziano Piazza, Laura Pozone.


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