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L'Inferno di Dante all'Arsenale di Venezia con le sculture di Vasily Klyukin

Le opere del designer visionario e artista russo Vasily Klyukin (Mosca, 1976) sono esposte all'Arsenale di Venezia in concomitanza alla Biennale Arte, dall'8 maggio al 24 novembre 2019. La mostra dal titolo "In Dante Veritas", organizzata con il patrocinio dello State Russian Museum di San Pietroburgo e del Comune di Venezia, è visitabile negli spazi dell'Arsenale Nord, presso la Tesa 94. La mostra è curata da Paola Gribaudo e nasce come un'interpretazione moderna della Divina Commedia di Dante Alighieri. In particolare, le opere si ispirano alla prima parte dell'Inferno dantesco, con i suoi nove cerchi concentrici che ospitano le anime dannate, destinate alla punizione eterna.

Vasily Klyukin traspone ai nostri tempi questo scenario apocalittico, creando quella che egli definisce una vera e propria "esperienza dell'inferno", attraverso un unicum artistico formato da oltre 100 elementi multimediali su 900 metri quadrati di spazio espositivo: sculture, sound, opere di video mapping, riproduzioni digitali e lightboxes. Parte integrante del percorso è l'audio-guida, disponibile gratuitamente in 10 diverse lingue: la voce narrante dell'artista accompagna il visitatore con un testo in poesia e prosa in questo viaggio "infernale", aiutandolo a comprendere il vero messaggio di ogni opera.

Nucleo della mostra, 32 grandi sculture in acciaio che raccontano, come un terribile ammonimento, l'Inferno che l'uomo può decidere di fare della propria vita e del mondo, se non si ravvede in tempo: 22 opere rappresentano i vizi e i peccati umani - come Gola, Lussuria, Ipocrisia - 4 invece sono i Cavalieri dell'Apocalisse, maestosi nei loro 3,5 metri di altezza. Tra le altre opere troviamo poi una maschera mortuaria di Dante, e le sculture rappresentanti Beatrice e una grande Tigre, come unione di delicatezza e forza. Le 32 sculture in acciaio sono definite da Klyukin "Live Sculptures", perché realizzate attraverso una particolare tecnica ad incastro di lastre di acciaio che non richiede nessun elemento aggiuntivo per l'assemblaggio, e conferisce alla scultura un senso di tridimensionalità e grande mobilità che ricorda il movimento delle pagine di un libro, permettendo inoltre di scomporre e ricomporre le figure.

La mostra è un percorso immersivo e multisensoriale, in cui i visitatori sono chiamati a una partecipazione attiva, confrontandosi con le opere a partire dalla propria esperienza, come nel caso della scultura "Betrayal" (Tradimento), dove il pubblico è invitato a scrivere le iniziali di coloro che in passato hanno tradito la loro fiducia.


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