Eventi

HyperVenezia, una "mappa fotografica" della città in mostra a Palazzo Grassi

Il primo piano di Palazzo Grassi cambia faccia e celebra il compleanno di Venezia. Apre domenica 5 settembre, a Palazzo Grassi, la mostra “HyperVenezia”, un evento espositivo dedicato alla città in occasione dei 1600 anni dalla sua fondazione, che presenta per la prima volta al pubblico l’ambizioso “Venice Urban Photo Project”, ideato e realizzato da Mario Peliti.

Curata da Matthieu Humery, conservatore nella Collection Pinault, l’iniziativa propone un percorso immersivo attorno a tre istallazioni: un percorso lineare di circa 400 fotografie che ripercorrono un ideale itinerario per i sestieri di Venezia, una mappa site-specific della città composta da un mosaico di circa 900 immagini geolocalizzate che offrono una panoramica della città e un’installazione video di oltre 3.000 fotografie che scorrono accompagnate da una composizione musicale inedita, realizzata per l’occasione dal noto musicista e compositore Nicolas Godin, membro del duo di musica elettronica “Air”.

“Venice Urban Photo Project”, avviato prima in pellicola e dal 2013 in formato digitale, è un progetto che recupera il rigore metodologico e formale delle grandi campagne dei maestri dell’Ottocento e del Novecento – da Charles Marville a Eugène Atget, da Gabriele Basilico a John Davies – al fine di restituire una percezione, la più esaustiva possibile, della città come appare all’inizio del nuovo millennio. A partire dal 2006, Peliti inizia a mappare sistematicamente la città di Venezia con le sue fotografie, con l’obiettivo di raccogliere il più ampio e organico archivio di immagini della città mai realizzato e di restituire una rappresentazione inedita dell’intero tessuto urbano di Venezia nella sua complessità e continuità. A oggi l’archivio fotografico conta oltre 12.000 scatti, tutti rigorosamente in bianco e nero, realizzati a parità di condizione di luce, senza ombre portate, e soprattutto in assenza di persone. Questi aspetti, apparentemente secondari, consentono di dare unitarietà temporale alla percezione della città. L’omogeneità della luce rende visibili tutti i dettagli delle facciate, anche i meno rilevanti, e la mancanza di persone costringe l’osservatore a riflettere sul possibile destino della città: una città senza abitanti. Al tempo stesso il silenzio che pervade migliaia di fotografie offre a Venezia stessa la possibilità di mostrarsi nella sua articolazione urbanistica e architettonica. La peculiarità di questo archivio è rappresentata, oltre che dalla sua entità, anche dalla coerenza delle modalità di ripresa e dal continuo approfondimento nella conoscenza della città da parte dell’autore.

“HyperVenezia” offre per questo motivo un’esperienza visiva radicale: la Venezia che conosciamo scompare e lascia emergere una Venezia parallela, vuota e atemporale. Dalla Serenissima presentata nella sua materialità pura emana questa stranezza inquietante che caratterizza qualunque città rimasta senza abitanti. La conclusione della ricognizione fotografica è prevista per il 2030. La mostra sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022. 


Si parla di