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In mostra a Noale le incisioni antiche di Felice Polanzani

“Felice Polanzani 1712-1783 – Incisore noalese tra Venezia e Roma” è la nuova proposta dell’assessorato alla Cultura della Città di Noale: un’esposizione in Palazzo della Loggia di preziose collezioni di appassionati cultori e collezionisti del territorio. È questa la proposta per l’anno 2023 che la città di Noale ha scelto di dedicare all’artista al quale ha dato i natali: un allestimento unicum e sui generis che prevede anche la presentazione di opere inedite.

Felice Polanzani

Del Polanzani non abbiamo notizie certe riguardanti la sua giovinezza e formazione, sappiamo del suo battesimo nella Chiesa dei Santi Felice e Fortunato a Noale e lo ritroviamo incisore, all’inizio degli anni Trenta del 1700, a Venezia, dove lavora poco più che ventenne, in un periodo di grande fervore in cui si stavano affermando altri incisori del calibro di Pietro Monaco (1707-1772), Giovanni Cattini (1715-1804), Bartolomeo Crivellari (1716-1777) e Giuliano Giampiccioli (1703-1759).

Il primo campo nel quale si cimenta risulta essere quello cartografico, legato all’incremento delle scoperte geografiche e delle rotte navali. Le prime opere eseguite a 23 anni, sono infatti tre tavole raffiguranti il territorio di Israele, la città ed il Tempio di Gerusalemme. Grazie alla collaborazione con i più importanti protagonisti dell’editoria veneziana, ottiene commissioni sempre più rilevanti. Viene infatti chiamato a partecipare ad una delle più significative imprese editoriali del diciottesimo secolo: la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso (1544-1595), pubblicata nel 1745 da Giambattista Albrizzi.  Sua è l’antiporta con il ritratto di Maria Teresa d’Austria Asburgo-Lorena, a cui il volume era dedicato.  

Tra il 1774 e il 1775 Polanzani parte per Roma, per concludere la vendita di una serie di stampe tirate nella bottega veneziana; qui è chiamato anche per incidere nuove carte geografiche. La prima opera “romana” che gli venne affidata, datata 1745, consta in diciotto acqueforti raffiguranti personaggi illustri vissuti tra Cinquecento e Seicento. Promotore dell’opera fu il chierico Camillo Tacchetti, collezionista d’arte e miniaturista dilettante che prese Polanzani sotto la sua ala protettiva. Di quegli anni, 1750, la sua opera più celebre: il ritratto dell’amico Giambattista Piranesi. Nel 1756, il Polanzani ottiene il prestigioso incarico di eseguire la traduzione su rame di ventidue disegni di Jacques Stella raffiguranti le storie della Vita della Vergine, accanto a questi impegni e a queste collaborazioni, continua ad esercitare la professione di intagliatore di lettere. Il risultato più importante ottenuto in questo campo fu il libello calligrafico La penna da scrivere all’uso corrente, edito nel 1767 da Pietro Samonati. Dall’inizio degli anni Settanta l’intaglio di lettere fu il campo in cui si cimentò, collaborando con la Calcografia camerale apostolica.


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