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Omar Sosa e Yilian Cañizares debuttano in Italia al Centro Culturale Candiani

Sperimentato per la prima volta con successo nel dicembre 2015 in Francia, il nuovo interessante duo formato dal pianista Omar Sosa e dalla violinista–cantante Yilian Cañizares, farà il suo debutto in Italia al Centro Culturale Candiani sabato 28 maggio, alle 21. I due musicisti cubani che, da poco hanno registrato negli studi di Stefano Amerio a Cavalicco (Udine) i  materiali per l'album di prossima pubblicazione, porteranno nell'auditorium mestrino il fascino dei Caraibi attraverso una musica ricca di contaminazioni classiche e jazz e, ovviamente, caraibiche. 

Ylian Cañizares, nasce a L’Avana nel 1981. Talento precoce, a soli sette anni viene ammessa alla prestigiosa Accademia di Musica Manuel Saumell per studiare violino. Nel 1995 vince una borsa di studio per perfezionarsi a Caracas e due anni dopo ottiene l’ammissione ad un Conservatorio in Svizzera, dove si trasferisce. Ma la sua natura di artista curiosa e onnivora la condurrà presto alla ricerca di nuovi sbocchi creativi. Decide così di iniziare a cantare e guarda con grande interesse al jazz, trovando nel violinista Stéphane Grapelli un maestro cui ispirarsi. Forma un quartetto che chiama Ochumare, come la divinità Orisha degli arcobaleni, con cui vince nel 2008 un importante premio al festival jazz di Montreux. Con lo stesso gruppo incide anche i suoi due primi dischi, nel 2009 e 2011.

Ma la fama internazionale arriva nel 2013, con l’album Ochumare, successo  confermato due anni dopo dal nuovo lavoro,  Invocación. Il suo stile riflette una grande varietà di influenze, con tocchi di jazz, musica classica e musica cubana. Qualche critico ha parlato di un’orchestrazione jazz mescolata a un rituale Yoruba. Yilian Cañizares canta in spagnolo, yoruba e francese e uno dei suoi tratti distintivi è proprio la naturale capacità di cantare e suonare il violino allo stesso tempo.

Non ha bisogno di molte presentazioni il compositore e pianista cubano Omar Sosa, classe 1965, nominato sette volte ai Grammy, uno dei  jazzisti più versatili e completi della sua generazione. È riuscito a fondere mirabilmente un’estesa gamma di elementi jazz, di world music ed elettronica con le sue radici afrocubane, riuscendo a creare una sonorità fresca e originale, dal forte sapore latino e lasciando sempre grande spazio all’improvvisazione. La carriera di Sosa incarna la mentalità aperta di un artista giramondo (ha vissuto nel nord e nel sud America, a Cuba e in Spagna) e visionario, che ha lavorato incessantemente per cercare di costruire una visione musicale coerente e personale, davvero cosmopolita.

Una ventina di dischi da leader in circa un quarto di secolo di attività professionale parlano da soli. Dentro una così nutrita e interessante produzione musicale, si contano ben sei album di piano–solo (l’ultimo, Senses, è del 2014),  ma anche dei magnifici duetti con il trombettista Paolo Fresu (con il quale ha appena ultimato il terzo episodio discografico, Eros del 2016) e alcuni  lavori orchestrali e, negli ultimi tempi, anche nella formazione, interamente composto da suoi connazionali, Quartetto Afrocubano, con cui nel 2015 ha inciso Ilé, lavoro decisamente riuscito e suggestivo.


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