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"Performing Textiles": la thailandese Vatanajyankur alla Biennale 2019

"Performing Textiles" dell'artista thailandese Kawita Vatanajyankur, è la mostra personale con cui il Concilio Europeo dell'Arteinaugura la sua nuova sede e galleria espositiva nel centro storico di Venezia, di fronte alla magnifica Basilica dei Frari, - InParadiso 3030 - in concomitanza con l'inaugurazione della 58. Esposizione Internazionale d'Arte - La Biennale di Venezia.

Kawita Vatanajyankur

Non a caso il Concilio Europeo dell'Arte ha scelto come protagonista della mostra d'apertura la videoartista e performer Kawita Vatanajyankur, che porta a Venezia le sue ultime provocazioni interrogandosi sui luoghi dell'identità culturale, sul femminismo, il lavoro delle donne, il consumismo, le esperienze vissute, e classificandoli attraverso la lente di un realismo iper- colorato e l'intensità della composizione fisica rispetto a quella materiale.

Protagonista della scena artistica contemporanea asiatica e australiana, Kawita con i suoi lavori indaga la vulnerabile condizione femminile e le restrizioni a cui è sottoposta la donna nella società attraverso video di forte impatto, in cui corpi femminili sono impegnati in equilibrismi quasi impossibili, in una sfida che è contemporaneamente coinvolgente e squilibrante sia per l’artista che per l’osservatore. I colori accattivanti e luminosi caratterizzano una ricerca estetica che attinge al linguaggio visivo della rete, sarcastica allusione al consumismo che pretende di dare una gratificazione istantanea.

Thailandia

La serie Performing Textiles - creata viaggiando in Nuova Zelanda – nasce da un percorso in Thailandia che l'artista ha intrapreso per esplorare le varie tecniche di produzione tessile esistenti all'interno di piccoli villaggi: ed è il corpo di Kawita che nelle sue performances dà voce al lavoro di queste donne, mettendo in discussione il modo in cui il lavoro è organizzato e, a sua volta, la posizione delle donne nella società.

Le performance

Nelle sue performances, Vatanajyankur trasforma il suo corpo in vari strumenti di processo tessile. La sua forma fisica diventa l'incarnazione di una ruota che gira o di una navetta per tessere. Mentre i lavori procedono, il suo corpo lotta per competere come strumento materiale e subisce metamorfosi sia psicologica, sia fisica, ripetendo infinitamente gli stessi movimenti. I tessuti sono anche collegati simbolicamente alla nascita, alla fertilità e alla riproduzione. La pratica di lavorare con i materiali collega i corpi delle donne alla terra. È un simbolo di vita e potere. Esiste un parallelo poetico tra la creazione di un nuovo filo e una nuova vita.


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