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Solitudine in pellicola

L'Associazione di promozione sociale Metabolé sta portando avanti una ricerca sul tema della solitudine da più di tre anni. In un primo momento ne è stato indagato il senso da varie angolature: abbandono, reclusione, eremitaggio, esclusione… condividendo le idee tra soci. Ne è venuto fuori il duplice aspetto della solitudine: positiva, se ricercata, o negativa, se imposta. La particolare dinamica dell’emergenza Covid-19 ha cambiato irrimediabilmente molte abitudini date per consolidate, trasformando anche la  percezione del mondo. Termini come “lockdown”, “quarantena”, “isolamento”, diffusi ogni ora dai media, hanno acuito la dimensione della solitudine, portando Metabolé a riflettere ancora una volta sulla solitudine. L’associazione sente quindi la necessità di “portare” all’esterno la riflessione intrapresa per affrontare con più consapevolezza questo sentimento ormai ampiamente diffuso.

Il cinema, più di ogni altra arte, è strumento d’indagine, di scoperta e di stupore. Più della musica e della poesia, la cinepresa diventa il terzo occhio con cui raggiungere l’anima. Ma il regista come esprime la solitudine? C’è un rapporto tra tecnica cinematografica e solitudine? Quali sono i film davvero segnanti sul tema?


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