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Stiffelio di Giuseppe Verdi: il capolavoro censurato torna alla Fenice 30 anni dopo

Stiffelio di Giuseppe Verdi, secondo titolo della stagione lirica e di balletto della Fondazione Teatro La Fenice di Venezia, sarà in scena al Teatro La Fenice il 24 gennaio 2016. L’opera sarà riproposta nell’edizione critica pubblicata nel 2003 sulla base del manoscritto autografo ritrovato nel 1992, in un nuovo allestimento con Daniele Rustioni sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice e la regia di Johannes Weigand, recente vincitore del Premio Abbiati 2015 per regia scene e costumi de la porta della legge . Il cast creativo si completa con Guido Petzold ideatore di scene e luci, e Judith Fischer per i costumi.

Stiffelio, melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma Le pasteur, ou L’Évangile et le foyer di Émile Souvestre ed Eugène Bourgeois, è un capolavoro del 1850 che aprì la strada alla Traviata e ai melodrammi borghesi della piena maturità di Verdi. Fu rappresentato per la prima volta al Teatro Grande di Trieste il 16 novembre 1850 ma venne ritirato dall’autore nel 1856 per difficoltà con la censura, fu riesumato per la prima volta a Parma nel 1968 e, grazie a un’audace operazione filologica ideata da Giovanni Morelli che ne segnò la definitiva rinascita, alla Fenice nel 1985.

Il ruolo del protagonista sarà interpretato dal tenore Stefano Secco, recentemente applaudito alla Fenice nel Concerto di Capodanno. Il cast è composto inoltre da Julianna di Giacomo nel ruolo di Lina, Dimitri Platanias in quello del conte Stankar, mentre Francesco Marsiglia interpreterà Raffaele. Canteranno inoltre Simon Lim nel ruolo di Jorg, Cristiano Olivieri in quello di Federico di Frengel e Sofia Koberdize in quello di Dorotea.

Tradimento e perdono: questi gli elementi sui quali ruota la vicenda di Stiffelio: il protagonista è un pastore protestante, un uomo di Chiesa che, scoperto il tradimento della moglie Lina, trova la forza di opporsi alle convenzioni e sceglie di perdonare l’adultera durante un sermone domenicale che costituisce una delle più belle tra le pagine verdiane.


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