Eventi

"Telepathy" al Teatro Corso di Mestre con Francesco Tesei

Venerdì 8 aprile (ore 21.15) torna al Teatro Corso di Mestre Francesco Tesei, uno dei più grandi mentalisti al mondo, con il suo nuovo ultimo spettacolo Telepathy. Un titolo che non si riferisce solo alla telepatia come caratteristica principale di un mentalista, ma che affonda il suo valore nel significato etimologico della parola: Tele-Pathos, dal greco “passione condivisa a distanza”, un messaggio di ripartenza e di voglia di ridurre le distanze imposte in questi due anni.

“È forse il mio lavoro più personale, scritto durante il lockdown” fa sapere Tesei. Uno spettacolo in cui attraverso la rappresentazione teatrale l’artista affronta in modo catartico la destabilizzazione e il disagio collettivo degli ultimi tempi.

FRANCESCO TESEI

Telepathy

di e con Francesco Tesei

scritto da Francesco Tesei e Deniel Monti

regia Francesco Tesei

In quanto mentalista, Francesco Tesei ha sempre provato a "leggere il pensiero" delle persone, una capacità spesso descritta con la parola Telepatia.

Il periodo che stiamo vivendo, però, ha imposto il concetto di distanziamento come assoluta priorità. È quindi particolarmente importante, ed attuale, tornare al significato etimologico della parola: Tele-Pathos, dal greco “passione condivisa a distanza”. Con questo nuovo spettacolo, figlio del momento che stiamo vivendo, il mentalista cerca di accorciare le distanze tra le persone, tornando a giocare con interazioni fondate sulle parole ma anche su gesti, azioni, respiri e sorrisi. Per gettare la maschera, vivere emozioni reali e non virtuali, e costruire assieme alla partecipazione attiva del pubblico qualcosa che potremmo definire con un neologismo: telempatia. Nessun potere sovrannaturale o paranormale, dunque, ma solo il desiderio e il bisogno di ricominciare a condividere esperienze tipicamente umane, come la meraviglia e lo stupore, in maniera empatica. In Telepathy, Tesei incarna la fragilità della condizione dell’uomo in relazione al contesto attuale, approcciando il tema in maniera trasversale ed allegorica attraverso continui riferimenti ad un personaggio fondamentale della drammaturgia, Amleto, riflesso e simbolo dell’incertezza di un’epoca altrettanto sospesa tra un “prima” e un “dopo”. Io potrei viver confinato in un guscio di noce, e tuttavia ritenermi signore d’uno spazio sconfinato. Come tutti noi, anche Amleto è smarrito e confuso. Anche impaurito, forse. Agli occhi degli altri personaggi Amleto sembra impazzito, ma solo perché l’uso sistematico e coraggioso del suo pensiero appartiene quasi completamente al domani, e per questo sembra rivolgersi a tutti noi. Soprattutto ai giovani del nostro presente, ai quali è affidato il compito di rimettere in sesto un mondo che è, come lo descriverebbe Amleto, Out of joint, cioè “fuori squadro”. Allo stesso modo, anche il mentalista deve trovare nuove risorse per ricominciare, dopo mesi di “isolamento” che sembrano aver messo a dura prova la sua stessa mente e il suo spirito. Appare infatti a tratti quasi delirante e dissennato, eppure - come dice Polonio riferendosi ad Amleto - “Sebbene questa sia pazzia, c'è però del metodo”.


Si parla di