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The material body of art, la nuova mostra alla Galleria A Plus A di Venezia

La galleria A plus A di Venezia ha il piacere di annunciare la mostra The Material Body of Art, che inaugurerà il giorno 13 dicembre 2016 alle 18. La mostra si svolge in concomitanza con la terza edizione della VENICE INTERNATIONAL PERFORMANCE ART WEEK, dove la galleria A plus A è stata invitata a partecipare curando una sezione dedicata ai perfomers provenienti dai paesi dell'Est Europa. La manifestazione, intitolata Fragile Body - Material Body, avrà luogo a Venezia presso Palazzo Mora e Palazzo Michiel, dal 10 al 17 Dicembre 2016.

The Material Body of Art è una mostra collettiva che riunisce negli spazi della Galleria A plus A opere degli artisti cechi Jiří Kolář, Běla Kolářová, Milan Knížák, degli sloveni OHO, Irwin e Matej Stupica, del bosniaco Mladen Miljanović e della montenegrina Lenka Đorojević; artisti accomunati dall'uso della tecnica del collage. In questo contesto, il collage si identifica come una forma d'arte che partendo dagli anni Sessanta scandisce un'estetica tipica nei Paesi dell'Est Europa, legata alle peculiarità della vita del regime totalitario che aveva portato allo sviluppo di un immaginario collettivo declinato attraverso opere realizzate utilizzando oggetti di uso comune.

La mostra ha come punto di partenza la ricerca emersa negli anni Sessanta, in cui gli artisti esponenti dell'avanguardia ceca si affermano come raffinati ma al contempo determinati oppositori di una società che poteva essere contestata attraverso l'ironia. L'esibizione prosegue poi con gli artisti sloveni del gruppo Irwin, i quali negli anni Ottanta hanno vissuto il sistema totalitario come una forma di transizione, fino ad arrivare a esponenti più giovani: lo sloveno Matej Stupica, il cui lavoro si sviluppa in parallelo all'artista montenegrina Lenka Đorojević e il bosniaco Mladen Miljanović.

Si tratta di lavori che dichiarano quelle che sono le icone di un consumo di massa svoltosi al di fuori, ma allo stesso tempo contemporaneamente e parallelamente, al contesto capitalista occidentale. Si tratta dunque di opere in cui la realtà e l'universalità del consumo di massa penetra profondamente nella struttura dei lavori artistici. La forma del collage in queste opere crea dialogo e tensione sia con l'atto performativo artistico, sia con la realtà politica ed economica del tempo. In questa tecnica si cristallizza dunque la quotidianità fisica dell'artista, rimandando alla vita vissuta. Non sorprende infatti che quegli artisti che hanno utilizzato il collage come medium nelle proprie opere, siano gli stessi che si sono spesso confrontati con la performance.

La terza edizione della Performance Art Week offre quindi la possibilità di creare un confronto tra due espressioni artistiche: da un lato la performance che utilizza il corpo umano per prepotentemente irrompere nella realtà stessa, dall'altro invece il collage come mezzo che permette alla quotidianità umana e ai suoi oggetti di penetrare nell'arte, come è già avvenuto nel Dada. Il 13 dicembre dalle 11 alle 13, presso il teatrino di Palazzo Grassi, si terrà una tavola rotonda per analizzare i fenomeni della performance nell'Europa dell'Est. Artisti e curatori si confronteranno sulla questione delle forme d'arte nate in un sistema come per esempio quello della ex-Jugoslavia.


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