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Vernissage delle esposizioni "Le città invisibili" e "Le fil(le) rouge"

Ne "Le città invisibili" si racconta di una città personale, intima, nascosta, di città che potrebbero essere qui, ma forse si trovano altrove. Un altrove, che essendo difficilmente localizzabile, le rende di fatto invisibili.
Il titolo dell'esposizione, Le città invisibili, è un chiaro omaggio alla sorprendente, e ancor oggi innovativa, opera del grande scrittore italiano Italo Calvino. Alberto Andreis e Giovanni Marinelli sono i protagonisti di una bi-personale il cui oggetto è l'interpretazione della realtà attraverso lo studio della città come organismo fisico e meta-fisico.

"Le Fil(le) Rouge", esposizione personale di Marco Onofri, presenta in anteprima a Venezia il nuovo lavoro del fotografo romagnolo. "Le fil(le) rouge", il titolo dell'esposizione, è un gioco di parole. Uno sfondo nero come la pece e al centro della scena, protagonista e decisa, si muove morbida una fille, una ragazza, che si dipana tra un'immagine e l'altra come un filo - il fil - quello che lega ogni foto: un intenso vestito rouge, rosso. Ed è proprio il movimento di quest'abito, del quale si riesce quasi a percepire il fruscio, che è in grado di evocare un'atmosfera di illusione tra il conscio e l'inconscio. Il colore del fuoco, del sangue e dell'aggressività. Tutti sentimenti acuti che indicano uno stato di eccitazione, ma allo stesso tempo di fierezza e orgoglio.

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