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Occhi puntati sui fiumi per impedire alla plastica di inquinare i mari. Il progetto della Regione

Si chiama “River Eye” il sistema di centraline per monitorare e quantificare i rifiuti. Bottacin: «Un’opera per cui la giunta regionale ha concesso 51 mila euro». Collaborazione dell'associazione no profit Plastic Free. Sperimentazione al via per Eraclea

"River Eye",  centraline sui ponti per monitorare e quantificare i rifiuti

Stop alle tonnellate di plastica che arrivano in mare attraverso i fiumi. La plastica, anche col passare del tempo, non sparisce del tutto, ma rimane presente nel nostro ambiente in microframmenti sempre più piccoli, fino a trasformarsi in microplastiche che rischiano di essere ingerite dai pesci e dai crostacei per poi arrivare sulle nostre tavole. In questa direzione va iniziativa promossa della Regione Veneto grazie alla collaborazione con l'associazione no profit Plastic Free. Un progetto tecnologicamente moderno intanto riguarderà quattro fiumi (Piave, Bacchiglione, Canalbianco, Po) e i Comuni di Eraclea, Adria, Correzzola e Ficarolo: in Veneto si fa strada il “River Eye” per monitorare e quantificare i rifiuti. 

Un’opera per cui la giunta regionale ha concesso 51 mila euro. «I sorvegliati speciali – ha detto l’assessore regionale veneto all’Ambiente, Gianpaolo Bottacin, durante la conferenza stampa in cui erano presenti i referenti dell’associazione Plastic Free e dell’azienda Blue Eco Line - saranno i nostri fiumi che verranno monitorati costantemente per circa un anno grazie a River Eye, un sistema avanzato di centraline di alta qualità che vengono installate su posti strategici come ponti, moli e banchine, e che servono a quantificare i rifiuti flottanti. La metodologia permette poi anche di attivare lo step successivo con impianti di raccolta (River Cleaner)».

“River Eye” è stato ideato nel 2021 da Blue Eco Line con lo scopo di contrastare i rifiuti plastici fluviali. È formato da un hardware (le centraline) e un software che acquisisce automaticamente le immagini dalla superficie dei fiumi, le elabora e le classifica in diverse categorie (rifiuti organici, plastica, ecc.). «L’obiettivo è il monitoraggio propedeutico all’installazione di una barriera fluviale per l’intercettazione dei rifiuti galleggianti – ha detto il responsabile enti locali Plastic Free onlus, Paolo Monesi - L’80 per cento delle plastiche viene riversato in mare da fonti terrestri e, pertanto, una appropriata gestione dei rifiuti e il monitoraggio della loro presenza nei corsi d’acqua può ridurre drasticamente l’inquinamento, addirittura del 50 per cento. Nei prossimi mesi, siccità permettendo, potremo conoscere lo stato di salute di questi quattro fiumi veneti per permettere alla giunta regionale di vagliare le misure più idonee».

«I rifiuti galleggianti, soprattutto rappresentati dalla plastica, – ha aggiunto l’assessore all’Ambiente – possono essere riciclati, ma è anche vero che, purtroppo, questo materiale lo troviamo sempre più spesso abbandonato come rifiuto a terra e anche nelle nostre acque». Plastic Free è un’associazione senza scopo di lucro nata nel 2019 con lo scopo di liberare il pianeta dalla plastica. Opera su tutta la penisola grazie una fitta rete di volontari. Tra il 2021 e il 2022, Plastic Free ha effettuato sul territorio veneto interventi efficaci di raccolta dei rifiuti. In particolare ha eseguito numerosi eventi di pulizia con la partecipazione di 21.700 persone. Blue Eco Line è una start-up innovativa nata nel 2018 dalla volontà di quattro ragazzi per tutelare l’ecosistema marino. Grazie al comune desiderio e alle conoscenze ingegneristiche, gli ideatori di Blue Eco Line hanno creato due progetti: “River Eye” e “River Cleaner”. Entrambi i sistemi tecnologici, che impiegano algoritmi di intelligenza artificiale, hanno lo scopo di ridurre l’inquinamento marino dalla plastica».

«Bene il piano River Eye. Ma il mio progetto di legge, per far sì che la Regione sostenga quanti raccolgono i rifiuti spiaggiati, attende da anni di concludere il suo percorso - commenta la consigliera regionale Erika Baldin (MoVimento 5 Stelle)  - Lo strumento che ho pensato è un contributo della Regione, ripartito annualmente, in base a criteri precisi come la quantità di rifiuti raccolta nell’anno precedente, la lunghezza del litorale, la presenza di foci fluviali nel territorio comunale e la relativa portata. Questi interventi troverebbero copertura economica attraverso il risparmio di risorse impegnate per la pulizia dei corsi d’acqua e dei rifiuti spiaggiati, garantendo una ricaduta positiva per il turismo della regione».


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