Politica

Brugnaro sindaco e il 15% delle preferenze su 5 liste separate

Terra e Acqua di Gasparinetti al terzo posto dopo il Pd, poi i 5 Stelle di Sara Visman, Stefano Zecchi del Partito dei Veneti e Tutta la Città insieme con Ecologia e Solidarietà

Ca'Farsetti, Comune di Venezia

Brugnaro è sindaco con il 54,13% dei voti alla coalizione: lista Fucsia, Lega di Salvini, Fratelli d'Italia, Forza Italia e la civica Le Città. Il centrosinistra è al secondo posto con Baretta candidato, il Pd, Verde Progressista, Venezia è tua dei centristi, Svolta in Comune e Idea Comune, al 29,27%. Il resto delle preferenze espresse dagli aventi diritto si è distribuito fra 4 liste separate e divise, (più una coalizzata), a totalizzare il 15% dei voti oltre a un punto e mezzo attribuito ad altre tre diverse liste: uno spezzatino che fa entrare nel gioco politico della città nuove entità, indebolendone forse altre, per portare istanze e sfaccettature distanti ma anche simili.

«A esser sincero da quando è andato via Andrea Ferrazzi  - ex consigliere del Partito Democratico, ora al Senato - la sensazione è che l'opposizione in Consiglio comunale sia venuta a mancare. La vittoria di Brugnaro non è per suo merito, ma per demerito degli avversari», commenta Marco Gasparinetti, candidato della lista civica Terra e Acqua, che non risparmia vincitori né vinti alle comunali, in cui si è piazzato terzo con il 4,06% dei voti. Davanti a lui la coalizione di centrosinistra al 29,27% e prima quella di centrodestra, che si è portata a casa la vittoria al primo colpo con il 54, 14% dei voti e Luigi Brugnaro sindaco. «La lista Terra e Acqua è sul podio in due mesi e due giorni di lavoro, senza mai sponsorizzare la pagina social che è stata più visitata di quella del sindaco uscente. Ho preferito affidare a due ragazzi l'idea del cartone animato - un prodotto della campagna elettorale che ha messo in metafora alcuni "difetti" dell'amministrazione uscente - facendo tutto il possibile per rimettere in moto all'economia locale. Sono orgoglioso - dice Gasparinetti - Abbiamo piantato le radici di un albero che darà frutti nel corso del tempo. Entriamo nelle istituzioni con l'intenzione di rimanerci ed essere degni della fiducia che ci è stata data. Nell'unica municipalità dove il centrodestra non ha vinto, Venezia Murano Burano - dice - questo è stato possibile anche grazie all'appoggio di Terra e Acqua, che si è affermata nella città insulare ed è stata premiata dagli elettori, impedendo il monocolore fucsia».

Il lavoro in Consiglio

Con il 3,91% è confermato il ritorno di Sara Visman dei 5 Stelle in Consiglio comunale. «Viste le ondate di Zaia e di Brugnaro è un risultato quantomeno positivo - afferma Visman - perché ci permette di continuare con i progetti iniziati gli anni scorsi. Noi paghiamo lo scotto di essere andati al governo - dice Visman sul calo di consensi rispetto a cinque anni prima - e le polemiche contro le scelte dei ministeri 5 Stelle, come quelle contro il ministro Lucia Azzolina o contro il reddito di cittadinanza. Qui a Venezia siamo partiti molto tardi, la mia campagna è cominciata all'inizio di agosto, quindi abbiamo faticato nel veicolare al cittadino le nostre proposte. Adesso sarò l'unica rappresentante del M5S in Consiglio comunale - osserva Visman - ma, con i numeri che avrà la maggioranza di Brugnaro, sindaco dalle inaugurazioni a raffica, forse gli equlibri non muteranno troppo rispetto alla legislatura passata. Di certo dovremo organizzarci con dei gruppi di lavoro, per analizzare dossier e delibere, per affrontare al meglio il nostro ruolo all'opposizione, che faremo senza sconti e più agguerriti di prima. Auspico che l'ingresso di volti nuovi in aula, pur nella stessa maggioranza, porti qualche piccolo cambiamento».

Le associazioni e la cultura

«Mi congratulo per la vittoria di Luigi Brugnaro, questo risultato dimostra che i cittadini hanno fiducia nell'amministrazione che li ha guidati in questi ultimi cinque anni e che li guiderà per i prossimi cinque. Se saremo all'opposizione vigileremo affinché tutte le procedure e i temi che sosteniamo per la città vengano affrontati nel rispetto dei cittadini e della democrazia: autonomia, residenza, urbanistica, rilancio della cultura, dell'economia e dell'artigianato veneziano», commenta il professor Stefano Zecchi del Partito dei Veneti, mentre scrive Giovanni Andrea Martini di Tutta la Città Insieme: «Non possiamo pensare che le problematiche legate al lavoro e alla residenza, al turismo, alle grandi navi, alla qualità dell’aria e della vita dei cittadini non abbiano avuto una affermazione. Il percorso l’abbiamo fatto con le associazioni del volontariato, col mondo della cooperazione, coi comitati, coi movimenti, con tutte le organizzazioni che chiedevano con forza un cambiamento di rotta, con e grazie all’appoggio della lista Per Mestre e per Venezia: ecologia e solidarietà. Occorrerà strutturare Tutta la Città insieme in un movimento che rappresenti tutti quelli che non vogliono avere nulla a che fare con Brugnaro».

L'opposizione

Il Pd prende in analisi un risultato a suo avviso «deludente. Non premia l’enorme sforzo fatto da Pier Paolo Baretta, dal Partito Democratico e da tutta la coalizione nel corso di questa campagna elettorale - scrive il segretario veneziano Giorgio Dodi - . È evidente il traino del voto regionale su quello comunale. Siamo senza dubbio delusi ma sappiamo anche di avere messo in circolo tante energie positive. Il risultato fa emergere chiaramente le profonde differenze tra le varie zone della città con espressioni di voto totalmente opposte. Ora dobbiamo rimboccarci le maniche e fare in modo che quello che è stato costruito non venga disperso. È d'obbligo guardare avanti e partire da due pilastri: il consolidamento della presenza sul territorio e l'opposizione a Brugnaro».

L'ascolto

E il sottosegretario Baretta, dal canto suo, conferma di voler lavorare «per affrontare i problemi numerosi e molto impegnativi. Ci sarà bisogno di una visione di città dal respiro più ampio rispetto a quella praticata fino ad oggi. Auguro quindi al sindaco eletto un buon lavoro. L’apporto dei voti di Zaia - aggiunge Baretta - che ieri ha raccolto un ampio consenso in Comune con la propria lista, è stato determinante sia per il risultato complessivo sia per quello della lista del sindaco. Nonostante ciò, non c’è stato il plebiscito annunciato e l’articolazione del voto apre una fase nuova della vita politica veneziana. Noi, in poco tempo, con mezzi modesti e in una situazione inedita dettata dal Covid, abbiamo dato vita a una campagna elettorale fondata sull’ascolto, sulla presenza, sui contenuti e i progetti per Venezia, partendo da una differenza di consensi che era considerata inizialmente incolmabile. Ringrazio gli elettori che hanno condiviso la nostra battaglia, i candidati e le forze della coalizione e i volontari. L’impegno - conclude - continua. Porteremo la nostra visione e le nostre proposte in Consiglio comunale con un'opposizione rigorosa, continuando a lavorare per garantire ai cittadini una migliore qualità di vita».

La riflessione

«La sconfitta è netta ed evidenzia tutte le debolezze e fragilità del centrosinistra, che sono la principale forza di Brugnaro - scrive in una nota il deputato del Partito Democratico Nicola Pellicani - Un risultato così negativo del centrosinistra non lo ricordo a memoria, va perciò avviata una profonda analisi autocritica. La sconfitta del candidato Felice Casson di cinque anni fa non è stata una lezione utile a cambiare registro. È necessario voltare pagina, tutto il centrosinistra, ma il particolare il Pd, deve aprire una riflessione, una stagione congressuale aperta ai contributi della città con l'obiettivo di costruire un gioco di squadra che porti il centrosinistra a diventare nuovamente protagonista».


Si parla di