Politica

Quindici giorni di raccolta firme per chiedere risorse nella sanità pubblica

La petizione lanciata da Cgil Venezia assieme allo Spi, alla Funzione pubblica e a Filcams. «Governo e Regione investano per superare le "prestazioni galleggianti". Stop alla fuga nel privato»

Prestazioni sanitarie, foto di archivio

«Oltre 70 mila prestazioni sanitarie "in galleggiamento", cioè non erogate nei termini prestabiliti. Fra Ulss 3 e Ulss 4 la situazione è grave». La Cgil di Venezia torna a invocare un investimento di risorse economiche sulla sanità pubblica. Lo ha fatto, assieme a tre categorie (Spi, Fp e Filcams) lanciando una petizione, «Tu tagli, io firmo», con una raccolta di sottoscrizioni in tutti gli ospedali e i distretti del Veneziano che inizierà il 31 maggio e andrà avanti fino al 15 giugno.

«Le prestazioni sanitarie, il superamento delle liste d’attesa, il diritto alla salute sono possibili solo se governo e regione aumentano gli stanziamenti a favore della sanità, se si potenzia il numero di personale garantendo salari adeguati, se vi è garanzia occupazionale dei dipendenti degli appalti che ruotano intorno al sistema salute e assistenza», sostengono Daniele Giordano (Cgil Venezia), Daniele Tronco (Spi Cgil), Marco Busato (Fp Cgil) e Caterina Boato (Filcams Cgil). 

Queste le richieste: tenuta dell’offerta socio-sanitaria-assistenziale nel territorio, una sanità pubblica di prossimità (nell’ospedale e nel territorio) per i cittadini, donne, uomini, giovani, pensionati che garantisca il diritto all’accesso alle prestazioni gratuite e un servizio di qualità, rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori pubblici e del sistema degli appalti con salari adeguati e stabilità occupazionale. «È indispensabile - commentano - un ripensamento delle politiche sociosanitarie della Regione e delle Ulss, rimettendo al centro il mantenimento del sistema pubblico universale. Per queste ragioni saremo in tutto il territorio dove chiederemo il sostegno alle persone».

Tra le urgenze che Cgil individua per il sistema sociosanitario c'è in primis quella delle liste d'attesa. «Sono più di 70 mila - dice il sindacato - tra visite, esami e prestazioni che fra Ulss 3 e Ulss 4 vengono fatte fuori dai tempi stabiliti», e vengono per questo definite dal sindacato confederale "galleggianti". Ci sono poi delle criticità legate al mancato riconoscimento della particolarità del territorio (Venezia), che ha bisogno, per il sindacato, di un supporto anche con un'attenzione ai tempi di vita e di lavoro del personale, in considerazione della lontananza dai luoghi di lavoro. Le sigle chiedeono una condivisione dei progetti del Pnrr e un piano straordinario di assunzioni, salari adeguati e percorsi di carriera certi. «L'emergenza organici - concludono Giordano, Tronco, Busato e Boato - è ulteriormente aggravata dalla necessità di recuperare migliaia di prestazioni specialistiche, interventi chirurgici e screening sospesi, ancora non recuperati dall’emergenza appena superata. Come nel resto del Veneto anche nel nostro territorio sta avvenendo un dirottamento delle cure nel privato».

Per quanto riguarda le risorse del Pnrr, l'Ulss 3 ha pronti i progetti per 240 milioni di euro di investimenti in: Case e ospedali di comunità a Lido, Dolo, Martellago, Mira e Noale, restauro dell'ospedale civile dei Santi Giovanni e Paolo, potenziamento (Pronto soccorso, piastra agiografica e laboratorio) dell'ospedale dell'Angelo, distretto sociosanitario di Favaro, centrale operativa - Cot - di Mestre, presidio ospedaliero e Serd di Mirano e Dolo. 


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