Politica

Diluvio di emendamenti sulla torre di viale San Marco, atteso un Consiglio «senza esclusione di colpi»

Giovedì il voto alla Variante dell'accordo fra il Comune di Venezia e la ditta Genuine per la riqualificazione dell’area: 40 gli emendamenti di Terra e Acqua, 16 quelli del Pd e potrebbero arrivarne altri

Rush finale giovedì, in Consiglio comunale, per il voto all'accordo di pianificazione fra il Comune di Venezia e la ditta Genuine srl (Setten Genesio) per la riqualificazione dell’area ex campo da calcio Real, in viale San Marco a Mestre. Si prevede una seduta senza esclusione di colpi. Si comincia con 56 emendamenti dalle opposizioni: 40 di Terra e Acqua (TeA) e 16 del Partito Democratico (PD). Stamattina anche altri gruppi consiliari potrebbero depositare sub emendamenti agli emendamenti di giunta. «Probabilmente li presenterò - afferma Cecilia Tonon di "Venezia è tua" -. Più che emendamenti chiederò un rinvio perché la documentazione è molto corposa e, visto il tema delicato dal punto di vista del rischio ambientale, ne va della salute di famiglie e cittadini e c'è bisogno di più tempo per esaminarla».

La consigliera Sara Visman (5 Stelle) ha chiesto una sospensiva. Si legge nell'atto: «Considerato che è estremamente importante per i consiglieri, chiamati ad esprimersi su un atto che stravolgerà inevitabilmente il territorio comunale, comprendere nel modo più completo la portata di tale scelta e ritenuto che la grande mobilitazione cittadina e il lavoro di approfondimento da parte di componenti del comitato non debbano essere sviliti - si chiede di - sospendere immediatamente la trattazione della delibera». Obiettivo delle minoranze, che si contrappongono al progetto della giunta dal giorno della sua presentazione, il 21 aprile scorso, è quello di rinviare il voto. Ogni mezzo ammesso dal Regolamento del Consiglio comunale potrebbe essere utilizzato. Come la verifica del numero legale prima del voto. Nessun colpo di scena escluso.

Da capire anche l'orientamento della maggioranza che già in fase di discussione, nel corso delle commissioni e nei dibattiti cittadini, qualche perplessità aveva lasciato trapelare sul centro commerciale piuttosto che sul verde, la viabilità o la torre "green". Risolta invece la legittimità della concertazione nelle delibere con varianti urbanistiche: il progetto è passato in Consiglio di Municipalità e questa è la modalità della partecipazione decisa dall'amministrazione. Quanto ai problemi idraulici, di compatibilità ambientale e di viabilità sollevati dalle opposizioni, tutto verrà rimandato alla Valutazione ambientale strategica (Vas regionale) dopo l'approvazione della Variante in Consiglio. 

Mercoledì mattina, in quinta Commissione (congiunta alla IV e alla VII) il consigliere Giovanni Andrea Martini ha chiesto di anticipare la discussione della petizione (1.400 firme del Comitato e dei residenti di viale San Marco contro la torre) al voto della delibera, ma la sua richiesta pare non sia stata accolta dalla presidenza del Consiglio perché "fuori tempo massimo" rispetto alle tempistiche per modificare l'ordine del giorno. «Oggi è stata illustrata dalla rappresentante del comitato di viale San Marco la petizione con le ragioni del "no", chiedendo il ritiro della costruzione della torre. Se una conferenza dei capogruppo straordinaria, chiesta durante la commissione, non deciderà il contrario – spiega il consigliere Martini –, si va verso un caso più unico che raro, perché la maggioranza approverà l'atto e, solo successivamente, discuterà la petizione popolare. Un vero paradosso».

«Ribadiamo la nostra contrarietà a una torre di quelle proporzioni e con quelle finalità in viale San Marco - scrive il Partito Democratico - appoggiando le proposte dei residenti e delle associazioni del territorio». Per quanto riguarda gli emendamenti all'accordo, «crediamo esistano altre strade per garantire la bonifica - commenta il consigliere Emanuele Rosteghin (Pd) - Chiediamo di costituire un credito edilizio riconosciuto a seguito della realizzazione degli interventi della bonifica. In alternativa, utilizzando sempre il credito edilizio, pensiamo a una sostanziale riduzione della cubatura, in particolare del piano commerciale, e delle altezze». Il consigliere Paolo Ticozzi (Pd) conclude: «un'ulteriore richiesta è quella di lasciare a verde pubblico l'area che da delibera dovrebbe diventare una piazza». Incerta infine anche la posizione del consigliere comunale Stefano Zecchi (Partito dei Veneti) che pochi giorni fa si era espresso a favore di «soluzioni alternative serie e plausibili - sulla zona - Come il percorso progettuale di un'importante società sportiva disponibile, qualora la Regione si assumesse l'onere della bonifica dell'area, ad acquisire la superficie per creare impianti sportivi e ricreativi ad alto valore e impatto sociale». 


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