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Alla scoperta di Bibione Antica: concluse le prime ricerche archeologiche

Continua il progetto di ricerca nel territorio di Bibione per scoprire l’eventuale presenza di materiale archeologico

Bibione Antica,

Si sono concluse le prime ricerche di superficie alla scoperta di Bibione Antica. Le ricerche sul territorio prevedono ricognizioni sistematiche di superficie, carotaggi e indagini geofisiche, condotte nell'ottica di raccogliere dati utili a ricostruire quale fosse l’aspetto del paesaggio nell’antichità e a comprendere come fosse popolato e sfruttato.

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In passato il territorio in questione è stato oggetto di alcuni studi. Alcuni spargimenti di materiali di età romana sono noti nel comune di San Michele al Tagliamento (presso Bevazzana), altri nel comune di Caorle, lungo il ramo principale del Tagliamento di età romana e presso la sua probabile foce; nel territorio sono conosciuti anche rinvenimenti di età tardo medievale. Allo stato attuale rimane comunque ancora incerta la posizione dei porti antichi alle foci del Tagliamento e le modalità insediative della fascia costiera.

Il programma di ricerca

Il programma di ricerca prevede tre campagne di ricognizione della durata di circa 1 mese ciascuna. La prima campagna si è svolta dal 6 novembre al 1 dicembre 2023 e ha interessato alcune aree situate nel comune di Caorle e altre nel comune di San Michele al Tagliamento. Le ricerche di superficie sono condotte quando i campi sono sgombri da colture e arati/fresati, sfruttando la sistemazione idraulico-agraria esistente (il periodo ideale sono quindi i mesi autunnali e invernali). 

Tali ricerche prevedono che gli operatori camminino sui terreni per linee parallele, distanti da 5 a 10 metri, al fine di individuare l’eventuale presenza di materiale archeologico; qualora si individuino concentrazioni di reperti, viene condotta una ricognizione più intensiva per documentare la distribuzione degli stessi e si procede alla raccolta dei materiali più significativi. In casi eccezionali possono essere condotte ricerche geofisiche, che consentono di indagare il sottosuolo senza scavare, e carotaggi, per ricostruire le caratteristiche geomorfologiche e ambientali.

Il progetto, di durata triennale, è condotto dalle Università di Regensburg (Germania) (prof. Dirk Steuernagel, dott.ssa Alice Vacilotto) e Padova (prof. ssa Maria Stella Busana), in accordo con la competente Soprintendenza (Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’Area Metropolitana di Venezia e per Province di Belluno, Padova e Treviso), ed è finanziato da un importante ente tedesco (DFG-Deutsche Forschungsgemeinschaft), oltre che dall’ateneo di Padova, con il generoso supporto della proprietà di Valgrande e dell’affittuario.


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