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Calle de le Moschette e la storia dei fabbricanti di nei finti

La storia del luogo dove venivano realizzate le cosiddette "moschette" per le dame veneziane del settecento nei pressi di campo San Giovanni e Paolo a Venezia

François Boucher, La Mouche ou Une dame à sa toilette

La storia che vogliamo raccontarvi oggi vi farà tornare indietro nel passato per farvi rivivere, anche se solo nel tempo della lettura, le sfarzose atmosfere del Settecento veneziano tra dame, costumi, vezzi e seduzioni. Il luogo di cui parleremo oggi, infatti, racchiude al suo interno uno dei momenti storici più belli della città, l'epoca barocca, cioè quel periodo in cui le dame davano libero sfogo alla comunicazione non verbale e alla seduzione fatta non di parole ma di piccoli, stravaganti e celati gesti finalizzati a conquistare l'uomo dei propri desideri. Ma entriamo subito nel vivo di questa storia e addentriamoci nel sestiere di Castello che fa da sfondo al nostro racconto. 

Siamo nei pressi di uno dei campi più belli della città, campo San Giovanni e Paolo e, nello specifico, in quella che viene chiamata Calle de le Moschette in Barbaria de le Tole. Chiunque sia mai passato da quelle parti non ha portuto non notare il particolare nome attribuito a questa calletta veneziana. Ma cosa sarebbero queste "Moschette" e perché mai il nome di una strada verrebbe attribuito proprio a questi insetti? Una spiegazione c'è ed è anche molto interessante. 

Moschette: l'accessorio preferito dalle dame del Settecento

Le Moschette, a discapito di quanto di potrebbe pensare a una prima lettura, non corrispondono ai fastidiosi insetti ma a degli accessori che nel Settecento erano usatissimi dalle donne: i nei finti. Proprio nella Calle de le Moschette, infatti, così come in altre zone della città come ad esempio Campo Mosca a San Pantalon, esistevano le botteghe dei cosiddetti "fabbricanti di moschette" e cioè i nei finti, quei piccoli accessori di moda che non potevano mai mancare sul volto di una rispettabile veneziana del Settecento. Si trattava di veri e propri oggetti di seduzione, ma anche di simboli della propria posizione sociale, fabbricati in taffetà nero che venivano posizionati sul viso o sul seno delle donne e venivano chiamati appunto "mosche o moschette" perché, per certi versi richiamavano la forma dell'insetto. All'epoca, quella dei nei finti, non era solo una moda ma anche un vero e proprio mezzo di comunicazione tra i rappresentanti delle alte classi sociali. I nei, infatti, racchiudevano un linguaggio segreto e in base a dove venivano posizionati dalle donne che li portavano addoso, il messaggio che si voleva comunicare cambiava. Ma entriamo nel vivo del linguaggio segreto dei nei e scopriamo di più su questo piccolo ma molto significativo oggetto di stile. 

Le forme e i significati del linguaggio segreto dei nei

I nei finti, nel '700, potevano avere diverse forme dalla classica più arrotondata a quella di cuore, fino a passare per la più particolare forma di mezzaluna o di stella. Qual era il loro significato? Diciamo che era quasi sempre malizioso ma, nello specifico, il messaggio che si voleva comunicare dipendeva dalla loro posizione con regole ben precise. Se messo vicino alla bocca e specialmente agli angoli o sul labbro inferiore si voleva comunicare voluttà e in questo case le "moschette" venivano chiamate "assassine" se vicine alla bocca, "galanti" se posizionate sugli angoli e "civette" sul labbro inferiore.  Messi sulla gola, i nei finti, invece, indicavano galanteria (e anche in questo caso si chiamavano "galanti"), sul naso, sfrontatezza (qui la "moschetta" era denominata appunto "la sfrontata"), sull'angolo degli occhi stavano a indicare la passione (in questo caso chiamata "l'appassionata") mentre, sempre vicino agli occhi ma più discostata dall'angolo, la moschetta indicava l'irresistibilità (da qui il nome "l'irresistibile"). Quando il neo veniva posizionato al centro della fronte, invece, indicava la maestosità e la "moschetta" corrispondente veniva chiamata appunto "maestosa". 

Quello dei nei era un vero e proprio simbolo di stile, eleganza, malizia e seduzione e quale modo migliore di esprimere il proprio stato d'animo se non con un piccolo e quasi impercettibile punto nero sul viso invece che con mille parole?


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