Mestre

Licenziamenti al San Marco, 21 lavoratori in più finiti nel baratro

Recapitate nuove lettere ai dipendenti del policlinico mestrino. I tagli potrebbero lievitare nel caso in cui non arrivino i dieci posti per l'hospice

Un presidio della Cgil davani al Policlinico (archivio)

Arrivano nuove lettere di licenziamento al Policlinico San Marco. Dopo la prima "ondata", quindi, nel baratro sono finiti altri 21 dipendenti, tra infermieri e operatori socio sanitari. E i tagli al personale non sembrerebbero ancora essersi conclusi.

Tutto dipende dall'arrivo o meno dei dieci posti dell'hospice, che potrebbero salvare il posto a una ventina di addetti. Da 54 gli esuberi, infatti, potrebbero lievitare fino a 74 entro il 10 giugno, quando la direzione del nosocomio privato mestrino ha già annunciato, come riportano i quotidiani locali, il completamento del piano di ristrutturazione aziendale.

La partita quindi si sposta sul servizio di cure palliative per malati oncologici. Arriverà? Non arriverà? I dirigenti dell'istituto sottolineano come i tagli siano stati necessari per salvare l'intera struttura, altrimenti altri 230 posti di lavoro sarebbero stati a rischio. I sindacati, con la Cgil Funzione Pubblica in prima linea e molto critica su quanto sta accadendo, puntano invece il dito sui motivi per cui questa ristrutturazione è stata approntata. Secondo i rappresentanti dei lavoratori l'obiettivo sarebbe garantire non solo la sopravvivenza del San Marco, ma anche mantenere il proprio guadagno annuale. Accuse cui la dirigenza controbatte con i numeri nudi e crudi: negli ultimi anni un terzo del fatturato in meno, 32% in meno di ricoveri e -54% in meno di prestazioni ambulatoriali.


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