Mestre

Aggressioni e tragedie famigliari, Bettin a gamba tesa: «Chi tutela queste persone?»

Il (probabile) suicidio dell'anziana che aveva aggredito la figlia a Mestre. «Lasciata di fatto senza tutela»

Via Lorenzo Mascheroni a Mestre, foto di archivio

Prima l'aggressione alla figlia, una settimana dopo la morte della mamma, probabilmente per un gesto estremo. Un dramma famigliare che si è consumato in una palazzina di Mestre, in zona Bissuola, dove un'impiegata di 56 anni e la madre 81enne avevano trascorso una vita insieme. Persone gentili, pacate e silenziose, dice il vicinato. Un equilibrio, il loro, forse fragile, turbato dalla sofferenza del Covid, dalla coabiitazione forzata e dalla solitudine condivisa per anni. Andata avanti anche dopo l'aggressione a martellate dell'anziana nei confronti della figlia, il 30 gennaio, quando l'81enne condannata ai domiciliari è rimasta sola in casa.

«Chi e come tutela le persone fragili e pericolose per sé e gli altri? - Chiede il consigliere comunale Giianfranco Bettin (Verde Progressista) -. Il (probabile) suicidio a Mestre della donna di cui si è avuta notizia solo ieri, solleva il caso delle persone evidentemente fragili e, a volte, pericolose per gli altri e per sé, lasciate di fatto senza tutela, senza vera assistenza. Ci chiediamo, in questo caso, se sia stato fatto tutto il possibile, se non sia stata valutata la necessità di un Trattamento sanitario obbligatorio e, nel caso, perché sia stata esclusa».

«Ci chiediamo se la nostra comunità, i nostri servizi - continua Bettin -, siano davvero oggi attrezzati per conoscere, valutare e sostenere tali situazioni di disagio e rischio e, dunque, di informare e sostenere anche chi, nella magistratura, deve decidere su queste vicende. Non intendiamo colpevolizzare nessuno. Rivolgiamo anche a noi stessi, come cittadini e come esponenti istituzionali, tali domande, che comunque porremo anche in modo formale, con specifiche interrogazioni a chi di competenza diretta. Ma questa tragica vicenda deve far riflettere in profondità. Deve far sottoporre a verifica gli strumenti, le risorse, l’attenzione e la sensibilità riservati a situazioni che l’attuale contesto, reso più drammatico e impervio dalla pandemia, rendono ancora più a rischio».


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